Dopo aver passato la giornata a creare un tumulo di pietre per ricordare la morte del coraggioso Briaeros, cremare i corpi dei poveri indigeni e seppellire la compianta Sekmeth, i nostri eroi fanno le loro doverose abluzioni ripuledo i loro corpi dalla sporcizia così come le loro anime dalla morte. Dopo un buon pasto svolto assieme al capitano, alla sua compagna, all’equipaggio ed agli altri passeggeri della nave, arriva il momento delle doverose discussioni fin qui rimandate. Il venerabile Ormìr non manca di ripetere e sostenere la sua idea di riunire i pochi elfi sopravvissuti sotto la guida di un nuovo Consiglio degli Elfi che comprenda, in omaggio al suo dono e sebbene in contrasto con la sua giovane età, anche Allavandrel. Il giovane elfo è costretto nuovamente a ribadire che la sua posizione non è cambiata e che nessun beneficio potrebbe derivare alla sua razza da un suo ipotetico rientro nella comunità elfica. Egli torna anche a spiegare che la missione di salvataggio della bimba umana di nome Igarle, di cui è stato in qualche modo investito, deve avere la precedenza su tutto, anche sul destino della sua stessa razza, in quanto in quell’impresa è in gioco il futuro stesso dell’intero pianeta. La discussione si fa accesa quando Ormìr torna ad essere insofferente nei confronti di Sa’mael che, nuovamente, prende caldamente le parti di Allavandrel. Alla fine Ormìr si vede costretto a confermare l’editto di esilio per Allavandrel facendo pesare il fatto che i suoi genitori ne saranno oltremodo colpiti. La discussione si sposta quindi sulle mosse future del gruppo di avventurieri e della nave volante di Adrian. Vengono espresse molte perplessità sull’effettiva possibilità di attuazione del piano di trasferimento dgli ultimi rappresentanti del popole elfo verso Andhenyr proposto in un primo tempo da Allavandrel e Briaeros: i drammatici accadimenti avvenuti in occasione dell’ultimo attraversamento delle linee orchesche portano a pensare che potrebbe non essere una saggia idea ripetere tali esperienze. Ormìr infine dichiara che il destino del popole elfico verrà deciso dal nuovo Consiglio degli Elfi e che tale argomento non sia più da discutere in questa sede e con i presenti che non hanno alcuna autorità per prendere una tale decisione. Si passa quindi a discutere del modo migliore per portare il gruppo di avventurieri più vicino possibile al suo obiettivo che viene localizzato da qualche parte in Valle Erta. Adrian si offre di scortare i suoi amici con la sua nave volante anche all’interno del territorio delle valli, almeno fin dove sarà in grado di farlo. Dopo aver analizzato lungamente i pro ed i contro si decide di dirigersi alla volta di Valle Arcana in modo da sfruttarne i corsi d’acqua navigabili per risalirli quanto basta a far sbarcare i nostri eroi sulla strada, segnata sulle mappe, che conduce al passo di collegamento con Valle Fonda. Da li in poi i nostri eroi dovranno muoversi a piedi cercando di non dare nell’occhio fino a raggiungere il loro obiettivo. Passano tre giorni di navigazione e la rotta tenuta dalla nave volante la porta in vista delle favolose Isole Cigno. Tali isole sono così chiamate per la presenza, sul loro suolo, di distese di piante erbacee dotare di foglie in tutto e per tutto simili a bianche piume di cigno. Tale merce pare abbia un discreto valore nelle valli per cui si decide di far tappa su una delle isole in modo di fare incetta di tali prodotti. Non appena sbarcati, i nostri eroi, accompagnati da alcuni marinai e dal capitano Adrian, notano una singola persona nerovestita, un viaggiatore, che siede comodamente tra l’abbagliante biancore delle piante-cigno. Costui si fa avanti e, come già altre volte accaduto, da l’impressione di essere in attesa proprio dei nostri. Dice di essere stato mandato ad incontrarli da Ezry e, si comprende, indirettamente anche da Igarle, con lo scopo di assisterli e guidarli nella loro missione di salvataggio. Allavandrel l’introvabile è nuovamente stato trovato: ne segue una confusa discussione in cui si cerca di capire chi sia e cosa sappia questo nuovo personaggio, un abbronzato umano vallefondiano. La discussione pare convincere Allavandrel della bontà delle motivazioni del viaggiatore mentre altri, Sa’mael in particolare, rimangono ancora scettici sulle reali intenzioni del nuovo arrivato. Si capisce che l’umano nerovestito, di nome Baito, è a sua volta dotato del dono, ovvero della capacità di usare la magia, sebbene non sia chiaro che forma questo assuma dato che non sembra avere analogie con quello dimostrato da Sekmeth sebbene l’aura magica dal nuovo arrivato sia molto simile a quella che possedeva l’elfa scura. Le notizie che costui porta dalla Valli sono al tempo stesso interessanti e terribili: Dubrie pare oramai essere diventato molto famoso ed acclamato in quanto debellatore di morti viventi ed altre mostruosità del genere, arrivando addirittura al punto di creare un suo personale ordine di cavalieri detti Cacciatori di Streghe. L’ex Mastro Stratega Vanadi, esiliato da Valle Centro, sembra invece dedito al progetto contrario: reclutare e controllare tutti i condonati su cui riesce a mettere le mani, aiutato in questo dal mago-mercante di nome Auric. E’ proprio dalla struttura in Valle Erta che funge da centro di addestramento per queste magiche reclute che proviene Baito, essendo stato a sua volta reclutato con la forza, ed essendone fuggito grazie all’aiuto di Ezry (ed Igarle). Reclutato nel gruppo il nuovo arrivato e fatto il pieno di foglie-cigno, il viaggio riprende ed in capo ad altri tre giorni di navigazione si arriva in vista delle nebbiose coste di Valle Arcana…