Poco dopo la partenza Allavandrel riceve un nuovo messaggio da parte della ex-compagna di viaggio Ezry: il racconto del nuovo arrivato viene confermato dalle parole della maga. Chi dapprima nutriva dubbi su ciò che Batio aveva raccontato, e sullo strano incontro, viene rincuorato.
Nel frattempo oltre la nebbia, la nave volante incede lentamente e a stenti. Adrian fa molta fatica nel governarla, ed i tempi previsti sembrano doversi allungare a dismisura… sempre con la possibilità improvvisa di non poter continuare oltre perché troppo distanti dal fiume.
Allavandrel si propone per guidare la nave dal basso, volando sotto la nebbia attaccato ad una corda.
Dopo una giornata passata guadando faticosamente le nebbie di Valle Arcana, l’equipaggio si ferma a riposare. La nave è ancora in volo quando si sentono rumori inquietanti provenire da tutto attorno. Ancora una volta Allavandrel e D’arcy si spingono al di sotto della nebbia per accertarsi del pericolo, ma non trovano nient altro che i soliti insetti. Perquisendo la zona si rendono conto che a poca distanza si trova la costa, per cui il gruppo opta per risalire verso nord il piu’ possibile via mare, per poi riagganciare il fiume e risalire.
Tornati sopra la nebbia le agognate notti di riposo dei viaggiatori tornano ad essere incubi ad occhi aperti: tutto attorno alla nave si sentono gemiti ed urla. L’unico a poter ricordare l’esperienza passata a Valle Arcana è Allavandrel, che racconta ai suoi compagni dell’avventura coi suoi defunti amici alle torri, di Char e della sua famiglia, dell’arcimago Kernoleous e del povero Mornon, che da qualche parte continua a non-vivere per l’eternità. Anche i piu’ coraggiosi vengono molto impressionati da questa storia, ed un clima di terrore pervade l’intera compagnia.
Racael dice di aver visto un volto nella nebbia. Allavandrel si allontana per cercare eventuali presenze ma non trova nulla. Il compagno forse sarà stato suggestionato dalle sue parole.
Dal giorno seguente si decide di viaggiare di notte e riposare di giorno. Così facendo la traversata procede, lenta e ansiogena ma sicura per qualche giorno. La nebbia impedisce una navigazione precisa, e sembra che anche la zona piu’ pericolosa, quella delle torri dove risiede appunto il famigerato Kernoleous, viene attraversata senza nessun intoppo.
La zona viene esaminata ed in prossimità delle montagne il gruppo individua la strada che permetterà loro di procedere verso nord a piedi. Con un po’ di commozione il gruppo si separa dalla ciurma di Adrian (mentre questi pero’ tirano un sospiro di sollievo), a cui si è aggiunto anche il piccolo Yesser, che sembra si sia ambientato molto bene sulla nave volante. Adrian accetta volentieri di prendersi cura del bambino, e con una promessa di reincontrarsi il prima possibile gli avventurieri si salutano.
Quando i nostri credevano di essersi lasciati il peggio delle creature inquietanti alle spalle, probabilmente erano troppo ottimisti. La prima notte di viaggio un essere antropomorfo ma che sembra ricoperto di vegetali li sveglia e li spaventa. Per fortuna senza nessun accenno aggressivo. Il giorno dopo incontrano un giovane viandante che, nonostante il suo aspetto normale si trova in uno stato confusionale che sconcerna l’intero gruppo. Farfugliando di un viaggio, di una famiglia, di una vita che non si capisce molto dove sia svolta si intrattiene un po’ e poi si rimette in viaggio.
Il giorno dopo finalmente il gruppo giunge fino ai piedi della catena montuosa. Il passo che devono attraversare è un forte diroccato e disabitato. Sembra non ci sia alcun segno di vita…