Al termine della sommessa preghiera il capitano si presenta ai nuovi col nome di Raizer. Offre armature e cavalli perché non rallentino il cammino, che procede in salita fino al passaggio per Valle Erta. Cercando di non dare nell’occhio il gruppo cerca di comunicare con D’arcy, nei panni di Iskar, che segue la truppa dall’alto. Decidono di proseguire ancora verso ovest con i militari, per poi separarsi al momento propizio.
Dopo quattro giorni di cammino la truppa giunge alla famigerata Guarnigione d’Inverno. Viene allestito un campo mentre un gruppo di soldati del luogo si prepara ad unirsi agli uomini di Raizer, che continua, in estasi divina, a credere che i nostri eroi siano davvero le forze benefiche che lo porteranno a vittoria sicura.
Una notte tranquilla per l’esercito, di confuse passioni omosex per Batio (in preda agli allucinogeni) rinvigorisce gli uomini, che si dedicano all’esercizio fisico prima della partenza. Raizer sfida a duello l’ex collega mercenario Batio, che, provato dalla notte precedente, non riesce a tener testa al capitano. Sbalorditiva, invece, la potenza di Vidarr, che in breve tempo disarma Raizer ottenendo il rispetto dei soldati, che fino a quel momento sembravano vederlo come un mollaccione malaticcio.
All’alba del giorno dopo l’esercito è pronto per ripartire. Raizer spiega che sono diretti alla Città del Sangue, per cui procederanno verso nord, attraverseranno i due ponti e poi si dirigeranno a nord. Proprio quel punto, i nostri decidono, sarà dove si separeranno con i soldati.
D’arcy improvvisa la sua ultima grottesca interpretazione di Iskar, intimando il capitano di lasciare che i suoi prescelti vadano verso sud: è tutto parte del piano ed un giorno capirà i disegni che ha progettato per lui.
Confuso ed un po’ deluso quindi Raizer congeda il piccolo gruppo e prosegue verso nord.
Poco dopo anche Racael, che in forma di falco ha seguito il gruppo per un po’, si riunisce alla compagnia. Spiega che è dovuto tornare indietro per recuperare Lycos, e che il lupo li sta seguendo da lontano nelle foreste.
Il giorno 28 il gruppo si trova alle porte della città di Kravvor, anche detta la città della Carne, una delle due capitali di Valle Erta. La topografia della città è molto particolare, perché le case, edifici stretti ed alti dipinti di rosso, con tetti a punta, sono disposte a spirale su un perno centrale piu’ elevato, nonostante si trovi in una zona pianeggiante.
Sembra che i cittadini si stiano preparando a qualche genere di festa, perché sono indaffarati a pulire, lucidare ed appendere ghirlande decorative un po’ ovunque. Il gruppo si ferma in una locanda, e dopo agognati bagni (ghiacciati, per chi non usa la vaporella) e pasti caldi, passano finalmente una notte di riposo al chiuso e su giacigli puliti.
Cercando possibili acquirenti per le preziose piume che trasportano da tempo, il mattino dopo, gli avventurieri vengono a conoscenza del fatto che la cittadinanza locale si sta preparando ad ospitare alcuni nobili provenienti dalla lontana Sunna. L’emozione contagia anche i nostri eroi, pertanto decidono di rimanere a Krevvar qualche giorno, curiosi di vedere delle persone così esotiche.