Le Lacrime di Xarma

Le Galline di Arin

Calano  nuovamente le tenebre. Sulle finestre eccetto una vengono posti i tre simboli sacri che Racael ha rimediato,  ed il vecchio Fildis si mette a letto con il prezioso libro sotto al cuscino.

Poche ore piu’ tardi qualcuno bussa alla porta: un uomo molto pallido con un lungo cappotto scuro. Il maggiordomo lo riconosce come Lord Decin. L’uomo, concitato, richiede la presenza del vecchio Fildis giù da lui alla porta.

Scocciato e impaurito, ma un po’ incuriosito dalla strana visita notturna, il vecchio collezionista si fa scortare da Luixel e Batio per scendere dal suo improvviso ospite. Riconosce il Lord ma gli appare stranamente smunto, troppo pallido, per giunta non capisce come puo’ essergli passato in mente di irrompere a casa sua a quest’ora, essendo un Signore di un certo livello sociale.

Probabilmente di convince che anche Decin sia stato soggiogato dalla sua acerrima nemica la VAMPIRESSA, così che in pochi passi il vecchio Fildis si accanisce sul pallido uomo imponendogli il simbolo sacro di Arin ed urlando sconnessamente di vampiri e libri. Batio, che non si lascia mai scappare un occasione per menare le mani, si lancia in aiuto del collezionista.

– Avete visto, messer Chambler –  alle spalle del povero Decin prorompe una donna, accompagnata da un altro signore – E’ proprio pazzo, come vi dicevo! -.

Nel frattempo gli altri, udite le urla, mandano in avanscoperta D’arcy. La fatina, nascosta, assiste alla lite fra Fildis ed Egrilda, una delle due sorelle che il vecchio accusa di voler rubare tutti i suoi possedimenti. Effettivamente, a quanto pare, Egrilda ha convinto il medico di famiglia che Fildis è pazzo e che va internato in una casa di cura, e sembra che la visita notturna sia dovuta proprio a questo scopo.

 D’arcy pero’ usa il suo asso nella manica. Con una dei suoi incantesimi preferiti riesce a comunicare  a distanza con la donna senza che gli altri possano sentirla. Fingendosi il dio Arin inizia a prescriverle una nuova e confusa dottrina. Egrilda non capisce da dove possa venire la voce. Così acuta non puo’ essere quella di Arin.. chiede agli altri presenti. Il medico non capisce piu’ che pesci pigliare. Il matto doveva essere Fildis, ma la sorella, che poco prima sembrava così sicura e seria, ora inizia a farfugliare di galline e di vocine. Decide di portare via la donna e rimandare il discorso ad un momento piu’ tranquillo.

Il maggiordomo aiuta il suo sconvolto padrone a rientrare a casa. Fildis comincia a vaneggiare in discorsi paranoici finché, con l’aiuto di un buon vino, riesce a rilassarsi ed andare a dormire.

Passano ancora le ore e gli avventurieri sono ancora in attesa del vero nemico, quando la finestra si spalanca ed entrano due creature antropomorfe con grandi ali da pipistrello. Senza indugio
vengono attaccate dai nostri eroi, ed in pochi minuti devono scappare con la coda fra le gambe. D’arcy li insegue e riesce a ricoprire uno dei due con la sua polvere scintillante, che lo acceca e lo costringe ad un atterraggio poco morbido. 

A terra, dove sarebbe stato il mostro, è pero’ sdraiato un uomo pieno di ferite. D’arcy è interdetta, non capisce cosa sarebbe meglio fare. Pian piano le ferite dell’uomo si rimarginano, ed il suo corpo comincia a vaporizzarsi. La fatina decide a dargli il colpo di grazia ed anche la flebile nebbiolina scompare.

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