Le Lacrime di Xarma

Un boato di timoni

Una volta sbloccato il meccanismo che permette di ruotare i bacili delle varie stanze, i membri del gruppo iniziano una lunga, e a dire il vero inefficace, serie di prove, per cercare di indirizzare tutte le teste verso le canaline che ritengono corrette.
Il disegno che vorrebbero formare pare però impossibile da realizzare… mentre alcuni continuano a spremersi le meningi, la fatina vola verso la città per andare a trovare Fildiss, senza però avvisare nessuno.

Dopo un viaggio di svariate ore, riesce a entrare in casa di Fildis da una delle finestre al secondo piano, e ad avvicinare il vecchio “pazzo”.
Gli racconta quel che il gruppo ha trovato nella montagna di Dragoniera, il dungeon, lo scheletro del drago primevo, e in cambio chiede maggiori informazioni sul costruttore del magico labirinto.
Fildis non ha null’altro da dirle, non ricorda niente. Persino sotto ipnosi, alla quale acconsente di sua spontanea volontà, la sua mente non fornisce informazioni ulteriori.
La fatina bricconcella, approfitta dei suoi poteri per instillare nella povera mente del vecchio la promessa di regalare al gruppo un libro, qualora li avesse mai incontrati nuovamente.
A questo punto lo lascia, e ricomincia il viaggio di ritorno.

Nel dungeon, nel frattempo, si fa sera (nonostante la fastidiosissima luce “artificiale”) e i nostri amici non sono ancora venuti a capo di nulla.

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