Le Lacrime di Xarma

Il deserto del tartaro (i Draconici non si lavano i denti)

Il gruppo ha saggiamente deciso di aggirare la battaglia in corso nei pressi della strana costruzione. L’avvicinamento è più lento, e solo dopo diverso tempo riescono ad avvicinarsi e a scoprire che quelle che da lontano sembravano rocce tenute insieme da strani alberi e rami pietrificati, altro non sono che rocce tenute insieme da strani alberi e rami pietrificati. Stupore.
L’innaturale agglomerato si rivela magico agli occhi di Batio, che a questo punto smette di essere utile per il gruppo e si mette a giocare con la sabbia.
La decisione è di continuare a costeggiare il muro magico sperando di trovare un ingresso, cosa che si rivela, ovviamente infondata. Dopo aver effettuato quasi il giro completo, infatti, il gruppo si ritrova molto vicino alla battaglia che prima aveva accuratamente evitato.
Per capire comunque cosa sta accadendo, D’Arcy e Racael (trasformato in un falco) vanno in avanscoperta e scoprono che gli esseri che si stanno affrontando davanti all’unico ingresso della strana costruzione non sono umani, ma molto simili, se non uguali, alla forma che hanno preso la fatina e Vidar. L’ex fatina, ora lucertolina, non può esimersi dall’intervenire a casaccio lanciando incantesimi e rischiando di essere abbattuta da un draconico ben più grande di lei, ma tutto è bene quel che finisce bene.
I due tornano dagli altri per raccontare cosa hanno visto, e a questo punto Vidar decide di intervenire per sedare la rissa (perchè ormai più che di un combattimento, di rissa si tratta), ritenendo che al Drago Primevo non sia gradito tale spreco di rettili. Gli umani restano in disparte, di sicuro non allettati dal dover menar le mani.
Dopo un’entrata trionfale tra scariche elettriche e polvere di stelle degna del miglior musical gay di Broadway, lo stesso Vidar, accompagnato da D’Arcy che svolazza più alto, riesce ad attirare l’attenzione dei variopinti draconici che, grazie a Zear, lo stanno ad ascoltare. Ne approfitta quindi per rendere tutti partecipi della volontà del Drago Primevo che ha mandato i suoi “servitori” (li mortacci sua) a risvegliare tutti i draghi dormienti… e i servitori in questione vengono pure chiamati in causa. Alcuni lucertoloni reagiscono male all’avvicinarsi del cib… emh umani, ma il sigillo presente sul palmo della loro mano sinistra sembra tenerli a rispettosa distanza.
I draghi colorati a questo punto se ne vanno, dopo aver detto cose buffe in una lingua buffa, mentre sul posto rimangono quelli con una livrea più “metallica”.
Uno in particolare riesce addirittura a parlare in comune, dice di chiamarsi Vishnu o qualcosa di simile, e sembra anche molto gentile e riverente nei confronti di Alborg e Racael (per Batio vedi sopra).
A quanto pare il luogo dove si trovano dei draghi (se non tutti) è proprio questo, una sorta di nido/santuario che il suo gruppo stava difendendo dagli altri draconici colorati, che per oscuri motivi erano sull’incazzato andante. Valli a capire ‘sti ramarri.
Veniamo tutti subito condotti in un cunicolo sottoterra, che termina in una grande “stanza”, con il soffitto semisferico e pressochè identico alle strane pareti che si vedevano dall’esterno. E la stanza è piena di statue… di draghi! Dalle dimensioni di un cavallo a quelle del drago-scheletro che dorme sotto la montagna di Dragoniera, incutono timore anche nel loro stato “dormiente”.
E noi dobbiamo svegliarli, non ci sono molte alternative: partendo da quelli più piccoli, al contatto del palmo della mano di Alborg o Racael e al successivo distacco di questo, una ad una le statue di pietra riprendono magicamente vita! Ce n’è di tutti i tipi e colori, un vero spettacolo che probabilmente pochi fortunati nella storia del mondo hanno potuto ammirare. Rimane sempre la preoccupazione, però, di essere delle polpette succulente davanti agli occhi di un affamato che si sveglia dopo 400 anni.
A seconda del loro colore, i draghi manifestano reazioni più o meno aggressive, quelli colorati (in particolare nero e rosso) si fermano a stento dallo sterminare gli astanti. Quello nero decide, per consolarsi, di banchettare con i draconici rimasti fuori (babbi).
Quelli metallici, invece, sono più propensi a dialogare e addirittura qualcuno ringrazia chi li ha liberati dalla prigionia. Quello dorato, rimasto ferito dall’impetuoso risveglio del drago rosso più grosso, prende persino forma umana per parlare con il gruppo e chiedere chi fosse stato a strappargli l’ala.
Unoi dopo l’altro, tutti si allontanano, volando verso l’orizzonte o sparendo davanti ai loro occhi. L’ultimo, il drago argentato, se ne va raccomandandosi di prendersi cura delle uova… che evidentemente si trovano ancora più in profondità, data la presenza di una scala che dalla stanza porta, appunto, più in basso.
Scendendo, il gruppo si trova a percorrere un corridoio spiroidale, che presenta delle biforcazioni ogni tanto. Sembra facile perdere l’orientamento, muovendosi nel buio in questo modo, e la stessa cosa devono pensare 3 draconici colorati che, non si sa come, sembrano essersi infiltrati lì sotto per primi. Hanno gli occhi spiritati, forse il girovagare senza metà li ha alterati, e dicono di cercare le uova per proteggerle… Per sottolineare la loro non-bellicosità, un attimo dopo attaccano Alborg, che si trovava primo della fila, e lo riducono in fin di vita, svenuto, in pochi secondi.
A quanto pare, l’ennesimo combattimento non è più evitabile…

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