Il gruppo è ancora al cospetto di Vanadi, che risponde alle domande che gli vengono poste in modo conciso ed elusivo, a volte anche fin troppo. Difficile capire cosa non sa e cosa non vuole dire. Sembra però plausibile il fatto che l’”alleanza” con Igarle possa portare ad entrambe le parti dei vantaggi, almeno per ora.
L’ospite inatteso è molto interessato invece alle storie sul ritorno dei draghi, e in particolare su questo drago primevo che giace sotto terra, e che pare sia più potente degli dei stessi.
Che poi sta cosa l’ha detta lui, anch’io sono bravo a millantare se voglio e soprattutto se non ci sono dei nelle vicinanze a sentirmi.
Comunque dopo un po’, quando si sono esaurite le reciproche curiosità, il “momentaneo” alleato se ne va, lasciando le pietre preziose (sbav) per la gilda di fotofobici e l’amuleto del teletrasporto planare.
Alborg, Batio e la fatina escono a fare provviste e a trovare dei vestiti decenti per il rinato Falce.
Al ritorno, si fanno tutti coraggio e provano ad usare l’amuleto. Niente. Vari tentativi vanno a vuoto, di cui alcuni contemplano come destinazioni la torre di Igarle e la nave volante di Zear (sigh).
Finalmente, pronunciando la parola “Landrr” (che pare voglia dire nani, bah), tutto esplode!
Però in senso buono, un po’ come la disintegrazione di poche ore prima, indolore e soprattutto senza effetti reali sul corpo.
Infatti il gruppo si ritrova catapultato in un attimo in… un’immensa distesa di cenere dove… nevica cenere. Bel posto, davvero.
In realtà la cenere non cade dal cielo, o meglio, quella che cade dal cielo ora è solo l’effetto del teletrasporto, evidentemente.
A perdita d’cchio non vi è che questa distesa infinita di schifume, intervallata da piccole protuberanze che da esso emergono… Racael, vinto dalla curiosità, prova a toccarne una e a togliere la cenere sopra depositata. E’ un essere vivente, quello che in realtà si cela lì sotto!
Dei piccoli occhi, che ogni tanto si aprono per pochi secondi, sono l’unica prova che quell’essere è effettivamente vivente, però. Ogni mucchietto di cenere è quindi in realtà un nano… ce n’è un numero incalcolabile, tutti dormienti.
A un certo punto mi accorgo però di qualcosa che, all’orizzonte, solleva una scia di cenere. E ad arrivare, dopo poco, è un nano con le orecchie a punta… quindi un non-nano. Secondo alcuni è uno gnomo. Anche l’essere pare confermare la cosa.
Però ci ha scambiati per qualcun altro, uno gnomo che, a suo dire, era riuscito a trovare il modo di fuggire e di tornare nel nostro mondo, lo gno-mago più potente si sempre! E il suo nome era… Dimble! Andiamo bene, da quel che raccontava Allavandrel su Dimble, gli gnomi devono proprio essere messi bene…
Lo gnomo ci fa da guida verso il nostro obiettivo, il nano forgiatore di spade della distruzione dell’universo, e strada facendo ci parla di quanto ameno sia stare in vacanza lì e del fato che Dimble era riuscito sì a fuggire, ma perdendo completamente il lume della ragione. Già questo spiega tante cose.
Lo gnomo Arkanoid, ci spiega anche che, ogni tanto, qualcuno (gnomo o nano che sia) si sveglia dal torpore e, in teoria, potrebbe anche tentare di lasciare questo paradiso di cenere per tornare a “casa”. Ci sono però delle prove terribili da affrontare (in realtà nessuno le ha mai affrontate, le solite leggende metropolitane), una delle quali consiste nel restare nudi (oddio) davanti alla luce di Arin, che ti giudica per i tuoi peccati e decide se sei degno di lasciare la tua prigionia o meno. No, no, già questa prova non promette niente di buono, non mi piace.
Nel frattempo (tempo che però non sembra scorrere secondo le normali leggi a noi conosciute) una struttura spaventosa si delinea all’orizzonte, un intreccio di enormi funi di metallo che si intersecano tra loro a una certa altezza da terra e poi si innalzano verso il cielo, a perdita d’occhio. Questo è il tormento di colui che forgiò la spada la prima volta (sì, quella che serve a noi) e che la donò a Iskar che ne fece non si sa cosa, ma successe un putiferio e alla fine anche Iskar fece finta di incazzarsi coi nani per scaricare la colpa su di loro, e gli dei tutti esiliarono sti poveracci qui. Anche gli gnomi, forse perchè erano bassi pure loro e si confondevano.
Ovviamente il primo pensiero è quello di tirare giù questo tizio, ma ovviamente un metallo posto lì dagli dei non è esattamente di scarsa fattura.
La fatina, volando, prova a comunicare con il nano, che si dimostra alquanto allegro e loquace, infatti si esprime a rantoli e monosillabi. LA fatina è pure sorda, quindi si sviluppa un dialogo tra premi Nobel.
All’improvviso, giusto per rompere le balle senza essere stato interpellato, uno dei tanti nani cosparsi di cenere lì intorno comincia a parlare, dice di essere il più saggio dei nani (ma è uguale a tutti gli altri) il quale invita il gruppo ad andarsene, a lasciarli in pace, perchè la loro punizione ancora non è stata abbastanza severa e il loro peccato non ancora espiato. Questo è saggio come un uovo marcio, ma come? Arriva qualcuno che può aiutarti e tu lo mandi via?1 Vabè.
E’ lui in realtà che ci parla della spada data ad Iskar, ma io in realtà l’avevo già capito.
Anche Falce ha già capito un sacco di cose, tipo che Iskar ocn quella spada ha ucciso Xarma, ma dopo un po’ che parla mi distraggo pensando allo stufato. Che buono lo stufato… però chissà perchè qui non ho fame… Che menata, prima di tornare indietro dovremo pure tirare giù sto vecchio, chissà tra quanto mangerò ancora dello stufato, e chissà quando taglierò la testa a quella stronza di falsa piratessa ladra di navi volanti…