Le Lacrime di Xarma

La flebile memoria di una fatina ubriaca

Più o meno è andata così. I nani continuavano a festeggiare ignorandoci, finché Batioz a gran voce non ha attirato l’attenzione del sovrano nanico farfugliando qualcosa nella loro lingua.

Per fortuna il re era in grado di comunicare anche parlando il comune, quindi i nostri sono riusciti a spiegargli ciò che era successo, e le nostre mirabolanti peripezie per salvare la loro razza dalla dannazione eterna riservata loro. Io già qui ero ubriaca quindi non mi adentro nei particolari.

Il re incredulo chiede conferma al sacerdote Antipaticone. Egli conferma e ribadisce il suo parere secondo il quale il popolo nanico non aveva scontato del tutto la pena, e avrebbe dovuto soffrire ancora un po’. Re Settemartello perde un po’ di fiducia nel suo sacerdote ma ne acquista parecchia nei nostri confronti.

Dice qualcosa come ‘amici miei mi fido di voi ma non proprio del tutto, ma vi ospiterò come degli eroi’ e qualcosa tipo ‘non sono sicuro di lasciarvi uscire dal mio castello’. O quest’ultima cosa forse me la sono figurata io.

Continuano i festeggiamenti. Ci viene assegnata una super camera ciascuno (una intera solo per me! Wow) una supercena, ed addirittura il giorno dopo una supercolazione un po’ alcolica.

Nel frattempo a corte i nani si preparano a tornare in guerra. La sera prima abbiamo raccontato loro delle due parti della lama, e dell’esercito degli orchi che incede dalle terre elfiche verso la ruota delle valli cercando di attraversare il mare. Settemartelli si è infuoiato ed ha cominciato a scalpitare all’idea di combattere gli orchi.

Di fatto è già pronto al mattino un manipolo di nani suicidi che si fanno acconciare come teppisti. Ci viene spiegato che rappresentano il battaglione d’attacco più feroce e incosciente, quelli che si arrestano solo con la morte (dell’avversario o la loro).

Fra questi pazzoidi intravediamo Antipaticus, il sacerdote pessimista. Non mi sembra il tipo di nano duro e puro da lanciarsi in missioni del genere, anche se è noto che gli piace un po’ soffrire.

Ci viene comunicato che il re ci aspetta per un’udienza.

Non ricordo nient’altro. Se non l’incubo che ho avuto quella notte: mi trovavo in una scatola striminzita, in cui, pressati, stavano anche Falce, Batioz, Racael e un uomo inquietante che disegnava strani simboli sulle pareti e suonava un pettinino. Urlavamo e ci disperavamo finché la scatola non è caduta da una scogliera ed ha iniziato ad allagarsi… e poi un uomo con la voce da donna, assieme ad Alborg ci ha salvato aprendo la scatola con una chiave magica. Che ansia!

Rispondi