Zavorrata come non mai. Mi chiedo se riuscirò a volare come una volta.
Che palle. Aspé… quello che è? Mi pare un pezzo di onice.
Raccolto.
Un po’ di foglie verdi
Raccolte.
Rametti
Tutti miei.
Com’era che funzionava? Ah sì che non mi ricordo come e perché ma i maghi in certi luoghi hanno bisogno di pattume inutile per incanalare il potere negli incantesimi.
Pezzi di polpo… ma si può?
Sembra che da questa parte funzioni come in quei luoghi indigeni di cui avevo sentito parlare.
Mentre come un piccolo segugio cerco a terra i componenti che possono essermi utili per le mie magie, sento che dietro di me il resto del gruppo e credo anche i nuovi ragazzini (che poi non sono ragazzini mi sa ma chissene) tornano dentro alla montagna credo alla ricerca del nano.
Me ne disinteresso completamente, assorta nella disperata ricerca di pietruzze e cazzume vario. Mi sembra di capire che anche Racael non sia messo molto bene in quanto ad incantesimi, ma davvero in questo momento la disperazione è tanta.
La cacca mi sembra si usasse per le palle di fuoco. Chissà per la mia sfera scintillante.
Sento gli altri tornare, discutere se è il caso di andare a riposare teleportandoci in città o no. Io e il druido conveniamo che dopo tutto quel freddo, e poi tutto quel buio, non sarebbe male sgranchirci un po’ ali e gambe ed andare a piedi. Così ci incamminiamo, seguiti dalla combriccola: dovrebbero essere un paio di giorni di viaggio.
Molto bene, troverò un sacco di cacche.
L’aria è tiepida, l’erba verde. È veramente piacevole, finalmente, poter svolazzare all’aperto. All’improvviso, lungo la strada, intravediamo un uomo che cammina verso di noi. Indossa un’armatura dorata ed ha un braccio ridotto ad un moncherino.
Man mano che ci si avvicina sentiamo i peli del collo che si rizzano, il suo corpo sprigiona un grande potere.
Ci riconosce come Emissari del drago (PFUI, sospiro di sollievo) e sembra voglia premurarsi di farci desistere dalla nostra missione.
E che il monastero dei draconici prismatici è un posto pericoloso
E che risvegliare il potere dell’occhio del drago prismatico è pericoloso
E che poi il potere dell’occhio del drago è associato al caos e difficile da controllare, forse bisogna fare affidamento al proprio vero nome per riuscire a non soccombere.
Il braccio del drago ci ricorda qualcosa… siamo le sue mammine! È uno dei draghi che abbiamo svegliato durante la missione affidataci dal Primevo!
Anche lui ci riconosce, e si scioglie un po’ in sentimentalismi… sembra preoccupato per la nostra sopravvivenza nelle terre della corona, e ci conferma che qui il potere degli Dei è molto più diluito: più ci si allontana dal Perno più il loro ascendente svanisce. E che quello che accade all’interno della Ruota delle Valli è in grado di influenzare il fato del mondo intero.
Ma tiene a precisare che Draghi e Dei preferiscono farsi ognuno gli affari suoi.
Si lascia convincere a farci uno spettacolino, trasformandosi in drago e facendo un po’ il figo.
E con ciò si congeda, lasciandoci estasiati ed un po’ perplessi sulla strada per la città più vicina.
Torno a cercare pietruzze, ne avremo davvero bisogno.