Le Lacrime di Xarma

Shopping sfrenato e proposte indecenti a Xabiria

“voglio le tue ali, voglio le tue ali, voglio le tue ali, voglio le tue ali, voglio le tue ali, voglio le tue ali, voglio le tue ali, voglio le tue ali, voglio le tue ali…”

Khraal si risveglia da un altro di questi strani periodi di apatia, in cui tutto sembra succedere attorno a lui, ma senza che lui possa in qualche modo intervenire.
La sensazione non è già piacevole di per sè, ma ancora meno lo è vedere i suoi compagni d’avventura che concitati discutono su cosa fare di un sacchetto che il ladro Delezar tiene in mano. Sempre il ladro sembra impazzito del tutto, visto che parla da solo, oltre che col gruppo (probabilmente avrà preso un colpo in testa!).
Senza preoccuparsi più di tanto di cosa sia successo, segue il gruppetto che sembra aver preso una decisione. Il drow chiede ad un passante indicazioni su come raggiungere il quartiere degli orafi.
Tutti insieme si dirigono quindi attraverso le vie della città, superando una piazza con una fontana rotonda, ed addentrandosi nuovamente in una via stretta.
Dopo pochi minuti raggiungono il quartiere degli orafi, dove il drow, scelta una delle tante botteghe, entra dopo una breve consulta col gruppo.
In particolare, Khraal nota che lo gnomo sembra sapere qualcosa di gioielli (finalmente capisce che il gruppo è entrato in possesso di un sacchetto di gioielli, chissà come, poi…).
Khraal rimane fuori dal negozio, insieme al resto del gruppo, mentre il drow entra nel negozio.
Nel mentre sopraggiunge la fata da chissà dove, e racconta al gruppo che il mago ha smesso di recitare incantesimi, chiedendo inoltre ragguagli su dove fosse il drow. Dopo una decina di minuti, anche l’elfo entra con fare sbarazzino nel negozio.
Pochi minuti dopo, il drow esce sorridendo con un sacchetto di monete d’oro in mano, seguito poi dall’elfo. Sistemata la gabula, lo gnomo saluta tutti e vola nella biblioteca cittadina. La fata allora esprime il desiderio di comprare dei componenti per lanciare incantesimi, così chiede ad un passante dove si trovi il quartiere dei maghi. Questo è visibilmente sorpreso di vedere una fata viva, nonostante abbia visto parecchie creature fantastiche, e gentilmente indica la strada.
Superando nuovamente la piazza con una fontana rotonda, ed addentrandosi nuovamente in una via stretta, il gruppo giunge nel quartire dei maghi: tante casupole dai colori sgargianti, con i vetri alle finestre (vetri?) e ognuna con un’insegna con uno strano ghirigoro dipinto sopra.
Degli energumeni in armatura stazionano davanti alle porte dei negozi. Avvicinandosi ad uno di questi, la fata chiede dove può trovare dei componenti magici. La guardia le indica una porta, ed il gruppo ci si infila.
Il negozio è buio, illuminato teatralmente da candele e pieno di ammenicoli strani, e un ometto strampalato, piccolo e magrolino, non vecchio, ma nemmeno troppo messo bene, accoglie il gruppo da dietro il bancone.
Vedendo la fata sgrana gli occhi, inizia a tremare e balbettare come se fosse stato punto da uno scorpione (magari gli è scappato!), poi, recuperato un pò di contegno, inizia a riempire di domande la fata, chiedendole se è una vera fata, se vuole vendere le sue ali o qualche altro pezzo di sè, se può toccarla o staccarle dei capelli.
D’Arcy scappa dietro di noi e inizia ad urlare di non essere in vendita, nè di volersi separare dalle sue ali (anche se l’idea di separarsi di quell’insetto petulante e sbarluccicante non sarebbe male!) e con un po’ di fatica, finalemnte riesce a convincere il mercante a venderci i componenti magici necessari.
Portato a termine l’acquisto e usciti dal negozio, Khraal chiede di visitare un negozio di armi magiche. Il gruppetto si dirige nel negozio accanto ed entra in una stanza piena di armi, armature, oggetti vari. Il negoziante, un uomo di una certa età, con fare disponibile, ci dà il benvenuto.
Khraal e Delezar chiedono di vedere uno spadone e dei pugnali magici, ma il prezzo supera di grand lunga le disponibilità finanziarie del gruppo. Provando a racimolare qualche moneta in più, Delezar mostra il pugnale magico arrugginito che gli aveva dato Langil. Il negoziante, che dice di chiamarsi Bol, sembra lanciare un incantesimo (almeno, così pare, visto l’alone arancione che sprigiona il collare al collo dell’uomo) e controlla il pugnale, dicendoci di vedere una qualche aura magica.
Solleva poi lo sguardo sul gruppo e quasi sviene dallo stupore: sudato e tremante allunga una mano, indicando la Laban e chiedendo cosa sia quella lama dall’incredibile aura (it’s over 9000!). Khraal risponde che è un cimelio di famiglia, ma senza riuscire a convincere il negoziante, che anzi, insiste per sapere di più della sua storia e per vederla.
Khraal lo avverte che estrarre la Laban potrebbe rovinare il suo bel negozio, ma il negoziante è pronto a correre il rischio. Lentamente allora slaccia il fodero della lama, e impugnadola, la solleva all’tezza degli occhi del negoziante. Subito, gocce incandescenti di lava gocciolano sul pavimento del negozio, creando dei piccoli buchi roventi.
Urlando di mettere via quella diavoleria, il negoziante si getta a nettare il pavimento (un po’ difficile visto che è bruciato) e cerca quindi di comprarci la lama. Offre oggetti di inequivocabile valore per avere la spada, ma il gruppo non cede (vista la fatica fatta per forgiarla). Alla fine il negoziante rinuncia, capendo che la lama vale molto più di tutto il suo negozio.
Il gruppo resta a conversare ancora un po’ con lui, chiedendo informazioni sulla città, sul territorio circostante e su come funzionano i medaglioni che tutti portano al collo (sì, anche Khraal si rende cnto di portare un medaglione): questi medaglioni si attivano riconoscendo la magia, e al primo tentativo di utilizzo non autorizzato evocano un tentacolo che teleporta il mago alle porte della città; il secondo tentativo invece è mortale.
Un po’ sconvolto, il negoziante omaggia il gruppo di un pugnale magico “che non sbaglia mai il colpo” e insiste per invitarci a cena per ringraziarci di avergli mostrato una tale meraviglia (e chissà se avesse visto la Corona di Arin…). Khraal e gli altri prendono appuntamento per la sera stessa, salutano ed escono dal negozio.
Finalmente li raggiunge lo gnomo, e insieme iniziano a girovagare per la città, discutendo se accettare o no l’invito. Alla fine, in barba al buon senso e agli avvertimenti del drow riguardo ad eventuali trappole, tane del lupo e topi in gabbia, decidono di presentarsi al negozio di Bol, che, accolto il gruppo, insiste per far provare a Khraal uno spadone “che causa ferite che non smettono di sanguinare”, sperando che cambiasse idea. Di fronte all’ennesimo rifiuto, allora li conduce nella sua dimora, fino ad un grande salone dove si trova una tavola imbandita e apparecchiata per una ventina di persone.
Il drow e la fata gli chiedono spiegazioni a riguardo dei posti in più, e con naturalezza Bol risponde che ha invitato parecchi suoi colleghi, interessati a vedere un tale prodigio. Addirittura il re sembrerebbe interessato a conoscerli.

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