Le Lacrime di Xarma

Ritardatari

 Ma sì fermiamoci a dormire mentre sacrificano le vergini…

… In entrambe le sponde del fiume troviamo una corda arrotolata su un ramo di albero. Facciamo delle ipotesi su come possono essere usate, provando anche a lanciarle dall’altra parte, ma questi esperimenti non ci illuminano. Dopo aver perso un po’ di tempo decidiamo che la mossa migliore è teleportarci e cercare un passaggio sull’altra sponda del fiume.
L’elfo trova un passaggio che sembra battuto e ci guida fino a che non intravede una capanna. Spinto dallo spirito di avventura procede solitario in avanscoperta. Avvicinandosi, si accorge che non è una singola abitazione ma un piccolo insediamento.
Quando ritorna al gruppo per avvertirci decidiamo di creare una bolla di invisibilità e di introdurci nel piccolo villaggio tutti assieme.
All’interno della bolla il druido comincia a cambiare colore. I suoi capelli rossi si schiariscono in biondo e si rizzano verso l’alto come percorsi da fulmini. I suoi muscoli crescono vigorosi strappandogli i vestiti di dosso e rivelando una tutina blu che riveste aderentissima il suo corpo ipertrofico.

(Il resto del gruppo non capisce, ma Racael ha appena ucciso l’ascoltare, rollando di seguito quattro 20 ed un 19)

Grazie al suo nuovo superpotere Racael è in grado di stabilire che:

  • All’interno della capanna dormono 16 donne dai 15 ai 45 anni, alcune di esse con sonno molto leggero;
  • Nel villaggio ci sono 12 tacchini, dei quali 11 femmine. 4 tacchine stanno covando ma una non è stata fecondata;
  • L’asino è morto;
  • Qualcosa ha messo in subbuglio la foresta: sente una specie di agitazione frenetica a 4 km (precisamente un’ora di cammino) da noi;
  • Gli uomini del villaggio si trovano nel posto dove si percepisce l’agitazione.

Affascinati da questa nuova consapevolezza druidica ci appropinquiamo nella direzione che ci viene indicata. Dopo 50 minuti di cammino sentiamo un vociare di persone e rulli di tamburi, a conferma della superpotenza di Racael.
Ci avviciniamo circospetti ed intravediamo un piccolo pubblico attorno ad una struttura composta da una rampa (sulla quale stanno una decina di uomini in vestiti cerimoniali) che porta ad una specie di grotta che ha le sembianze di una testa di tigre con le fauci spalancate. Appena fuori dalla bocca si trova un sacerdote che tiene in mano una coppa grondante di sangue. Ai suoi piedi il corpo di una ragazza.
Sui lati della piattaforma stanno 2 grandi tigri, vicine a 2 altre persone che indossano vestiti che ricordano il motivo del pelo di questi felini.

Non sappiamo se la ragazza a terra sia viva o morta, ma istantaneamente mi fiondo invisibilizzata su di lei per teleportarla via. Nello stesso momento il sacerdote porge la coppa ad un uomo salito sul palco dal pubblico.
Sentendo il mio odore una delle tigri si avvicina senza però capire cosa dovrebbe attaccare. Io scopro che la ragazza è morta e non posso teleportarla, quindi me la svigno da sola con un po’ di amarezza.

Appena mi sono allontanata, lo gnomo apre le danze con una bella nuvoletta di nebbia acida…

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