Dopo aver recuperato le 2 ragazze il gruppo si riunisce a casa di Zook. Mentre recuperiamo gli oggetti che avevamo prenotato nelle varie botteghette iniziamo a fare i preparativi per la partenza. Le donne si lamentano ed esplodono. Sono insopportabili.
Dopo un inefficace tentativo di spacciare la nostra ultima polvere luminosa a prezzi astronomici ci rendiamo conto che dobbiamo eliminare il problema alla radice ed impedire agli gnomi di procurarsela. Partiamo quindi in fretta ed in furia verso il luogo dove viene estratta la fonte dei nostri futuri redditi.
Troviamo il tempo lungo la strada per fare una breve deviazione al villaggio dei tacchini, che appare completamente deserto. Anche gli stessi volatili sono tutti scomparsi. Torniamo quindi sui nostri passi verso la città natale delle nostre giovani pollastre riccastre.
Avvicinandoci alla città, che ha un aspetto molto esotico, notiamo che parecchi viaggiatori vi accedono anche volando su delle specie di viverne. Suppongo che draghi/draconici e dracosi non siano così alieni da queste parti.
Le ragazze entusiaste ci guidano attraverso strade affollate, mercati (dove trovo un’ottima cavalcatura) e vicoli che profumano di spezie, fino ad arrivare alla loro bella casa.
I genitori increduli ci accolgono commossi. Mentre il padre fà gli onori di casa le donne corrono a prepararci ogni sorta di delizia.
Insomma che finalmente ci prendiamo un po’ di meritate coccole. Ci laviamo nella spa casalinga e dormiamo su letti confortevoli.
Dormiamo sonni tranquilli.
In effetti, non tutti.
Delezar sogna. Sogna un’elfa con la stessa voce che settimane fa percepiva chiedergli aiuto.
Si agita e non riesce a capire chi sia e perché lo stia contattando.
Al mattino, esausto, ci confida questi angosciosi sogni ed a me viene la brillante idea di indurgli un’estasi mistica e di tuffarmi nel suo subconscio tramite il controllo telepatico.
Ma a quanto pare il nostro amico non è un elfo di quelli che conoscevo ai miei tempi. Vecchi compagni di viaggi mistici.
Le mie sostanze lo stordiscono troppo e non solo non riesco a cavarne molto oltre una visione di un posto molto lontano da qui, rischio anche io di perdermi nei meandri mielosi della sua coscienza. Tant’è che non so come, ore dopo, mi risveglio infagottata in un dolcetto al miele. Tral’altro cotto. Non so nemmeno come ci sono finita dentro un dolcetto cotto senza essermi bruciata anche io.
La mia adorata cavalcatura, che ho deciso di chiamare Focaccia, scambiandomi per un bocconcino invitante mi ha dato la caccia tutta la sera, e siccome sono stata impegnata a sopravvivere non vi posso raccontare il perché ed il percome i miei amici invece di salvarmi da morte sicura hanno deciso (anche incavolati) di fare un giro in città. Non capiscono proprio il potere dell’introspezione.
La ricerca della verità attraverso il lato oscuro della coscienza è un cammino difficile e periglioso. Il corpo dev’essere forte e la mente salda. Invece che essere fieri di essere rafforzati dai miei esperimenti, i miei compagni si arrabbiano e pensano solo a menare le mani. Sembra che anche il nostro ospite non abbia gradito l’esito del mio rituale mistico: è arrivato il momento di ripartire.