Non ci ha dato nemmeno la soddifazione di schiantarlo
…veniamo condotti in una piccola cappella in cui troviamo Dubries in ginocchio sull’altare. Dietro a lui otto cavalieri anch’essi genuflessi in preghiera.
Li ingaggiamo usando il vero nome del paladino “EBAZIAN!”. Qualcosa in lui lo scuote tantissimo, sembra terrorizzato dal risveglio della magia nella sua anima, e scappa nascondendosi dietro al grande simbolo sacro di Arin, oltre l’altare.
I cavalieri non si fanno invece prendere né alla sprovvista, né dallo sconforto di vedere il loro comandante scappare a gambe levate: si girano decisi verso di noi e combattono all’ultimo sangue per proteggerlo. Quando quasi hanno la meglio su di noi Racael decide di raggiungere Dubries e affrontarlo direttamente con la Laban.
Dubries, ancora più impaurito, invoca Arin disperatamente; subito dopo fra lui e il druido si forma un muro di luce prismatica, che però non scoraggia il nostro compagno: si lancia attraverso sempre con la lama maledetta sguainata.
Il muro prismatico, al contatto con la Laban, viene disincantato. Il paladino, in preda ad un terrore inarrestabile, per sfuggire al suo destino si scaglia contro la vetrata, che cede sotto al suo peso, facendolo precipitare per svariati metri di altezza.
Mentre ancora nella cappella lo scontro continua, e finalmente riusciamo a vedere qualche spiraglio di vittoria, dal corpo esanime di dubris inizia ad esalare una luce dorata, che si sofferma nella forma di un triangolo. Racael è troppo in alto per lanciarsi, ed ancora gli incantesimi non hanno effetto, per cui decide di lanciare direttamente la Laban dalla vetrata infranta per fare in modo che, attraversando il triangolo di luce, questo venga assorbito.
Come previsto infatti il pugnale assorbe la luce e si conficca in terra. In questo momento sentiamo che la magia è tornata ad infondere le nostre essenze. Finalmente riesco ad alzarmi in volo, quando ormai tutti i cavalieri sono morti, ed andare a recuperare la Laban sotto indicazione di Racael.
Insieme alla Laban teletrasporto nella cappella anche il corpo di Dubries e la sua maschera, che si era staccata durante il volo, rivelando un volto devastato da morsi che sembrano umani.