come ti oneshotto un bianchino
11 di Ibiliskar notte:
la misteriosa creatura si era rivelata per quello che era in realtà: un gigantesco drago nulla. La sua figura si ergeva nel campanile ormai distrutto che sembrava calzargli addosso come una goffa armatura. Approfittando che non aveva ripreso conoscenza, il druido riusciva a farsi largo fra i detriti, raggiungendo il corpo di Delezar quasi privo di vita. Gli altri emissari senza parole, con un solo sguardo capirono cosa fare, sembrava comunicassero telepaticamente: mentre il drago sembrava che riprendesse conoscenza, si coordinano come arti di un solo corpo scagliando contemporaneamente un raggio rovente dalle mani di D’Arcy, dei colpi infuocati evocati dai portatori delle armi di Iskar ed Ilun e frecce divine scagliate dall’arco di Arin. I colpi rilasciati ad unisono si unirono generando un’enorme colonna di calore ed energia divina che sembrò distorcere la realtà per pochi secondi il colpo si abbatté sulla testa del drago, provocando un immenso bagliore tale da costringere a distogliere lo sguardo. Quando la luce si andò affievolendosi, lo spettacolo fu da lasciare increduli: della testa del drago rimaneva solo il teschio staccato dal collo, il cui taglio era completamente cicatrizzato a causa dell’enorme calore generato. Il resto del corpo era fuso con la struttura che lo inglobava!
Ma non c’era tempo da perdere, il druido fiducioso che i suoi compagni avrebbero sconfitto la creatura che si ergeva davanti a lui, dopo aver prestato le cure a Delezar salvandolo da un destino che sembrava ormai segnato, si lanciò insieme al nano a spegnere gli incendi si andavano generando. Poco dopo Iniziò a regnare una pace innaturale ripensando allo scontro di pochi attimi prima. Il passo successivo fu riportare in vita i caduti grazie a poteri della corona di Arin. Tra i caduti vi era il sindaco Iens Tilus. Quest’ultimo non riuscì a riprendersi dallo shock di essere passato dalla vita alla morte in pochi attimi e credeva di trovarsi di fronte ad angeli. Nudo e piangente fu accompagnato dal druido a quello che restava nella sua casa. Il sindaco sempre sconvolto chiese a Rakael di scoprire che fine avesse fatto la sua famiglia. Nel frattempo in piazza mentre Noxus era riuscito a recuperare ciò che rimaneva degli oggetti del drago (un abito di seta, varie collanine fuse insieme, una tiara intatta apparentemente con diamanti, un anello d’oro spezzato, un anello senza la pietra di cui era verosimilmente dotato ed un prisma) si iniziarono a radunare gli abitanti del villaggio. Essi dapprima intimoriti ma poi esultanti resosi conto del pericolo scampato. Il druido riuscì ad individuare i parenti del sindaco fortunatamente salvi e li condusse da lui
La folla esultante tuttavia fu dispersa dalla misteriosa comparsa di uno strano troll nudo danzante…la fatina era particolarmente compiaciuta e pareva saperla lunga sull’accaduto….
Finalmente gli sterminatori, così come erano chiamati dagli abitanti del villaggio, si recarono a dormire in quella che fu la villa probabilmente di Vanadi.
12 di Ibiliskar:
la mattina seguente D’Arcy, Alazon e Rakael si recarono dal sindaco, mentre tutto il villaggio era già contagiato da una fervente attività di ricostruzione. Iens ripresosi dallo shock in segno di gratitudine assicurò tutto il suo appoggio. Consegnò agli emissari simbolicamente le chiavi della villa dove avevano dormito, assicurò che avrebbe fatto tutto il possibile per celare il cadavere del drago da occhi indiscreti e che avrebbe continuato le ricerche della misteriosa cassa di metallo comparsa e scomparsa nei mesi prima. Infine si impegnò affinché venisse istituito un giorno di festa in nome di Arin per ricordare la battaglia avvenuta.
Durante il sontuoso banchetto creato da K’tot, gli abitanto del villaggio fanno la fila per consegnare agli sterminatori i loro doni: 3 corredi, 4 prosciutti, 6 galline, 1 capretto, numerose salsicce, 6 fiaschi di vino, una dozzina di forme di formaggio ed infine 10 monete d’oro che furono lasciate al sindaco per la manutenzione della casa, dell’orto e delle bestie.
Dopo il banchetto gli emissari si recarono alla collina dei tre artigli dove posizionarono il prisma sulla colonnina. Avvenne ciò che Delezar aveva previsto. Si attivò un meccanismo che fece scendere la colonnina verso il basso, dando il vita alla formazione di una scala a chioccola. La D’Arcy in forma umana non riuscì a evitare il meccanismo ruzzolando di sotto, ma subito dopo fu raggiunta dagli altri. Il primo piano era circolare e vi erano solo 4 torce che una volta accese non sortirono alcun effetto. Al secondo piano, oltre a 4 torce di nuovo, vi era una strana struttura sul pavimento. Al centro si ergeva la colonnina col prisma dai quali lati partivano delle linea di mattonelle azzurre che cambiavano direzione in corrispondenza di piccoli cerchi bianchi di circa 10 cm, simmetricamente rispetto alla colonnina (4 per lato). I piccoli cerchi bianchi al togliere del prisma dalla colonnina tendevano ad ingrigirsi