Dragolich,vampiri ecc
(La prima parte descrittiva manca in quanto non sapevo di dover fare il riassunto)
Davanti agli occhi del druido (trasformatosi in uccello) lo sciame di pipistrelli si trasformava in quello che pareva essere un essere umano dalla carnagione pallida, gli occhi rossi e lunghi baffi: il vampiro si ergeva su una pila di cadaveri umani prosciugati, attorniato da una serie di viverne squartate.
La fata ed i due elfi si stavano dirigendo all’interno della mura, andando alla ricerca del druido e lasciando la difesa della città nelle mani di Stigne. Delezar indossando la corona di Arin, su suggerimento di D’Arcy, era riuscito a creare un’aura divina di protezione che teneva lontano le numerosi ombre che infestavano la città. Durante il tragitto dodici mercenari che si erano uniti al terzetto, indossando simboli sacri di Arin e intonando cori alla divinità, erano riusciti a mettersi in salvo.
Nel frattempo il maestro fluttuando in aria attorniato da pipistrelli resisteva agli attacchi delle viverne, nonostante un cavalieri fosse riuscito ad infliggergli un taglio alla gola, ma che non sembrava avergli sortito particolari effetti. Tuttavia il druido approfittando di questo istante, calando in picchiata sul vampiro gli infliggeva un incantesimo di guarigione ferendolo gravemente. Subito dopo due cavalieri su viverne con una manovra spettacolare uncinavano il maestro nella schiena e al petto: e rotando in cielo lo spezzavano letteralmente in due. Il vampiro a questo punto si tramutava in uno sciame di pipistrelli, ma mentre i cavalieri apparentemente vittoriosi, gridavano esultanti in segno di vittoria, il druido si lanciava all’inseguimento del vampiro sotto forma di pipistrelli.
Alazon riconosciuto il bagliore verde della magia di Amalurra si recava con Delezar e D’arcy nelle piazza dove era avvenuto lo scontro fra druido, cavalieri e vampiro, ma giungendo troppo tardi. Trovando solo i cavalieri festeggianti, avevano deciso di tornare a verificare come procedeva lo scontro fra Stigne ed i non morti.
Stigne nel frattempo aveva staccato un enorme pezzo di muro creato da lei stessa e mentre lo stava usando come scudo e come ‘spazza’ non morti, scatenava un’enorme tempesta di ghiaccio su quello che restava dell’avanguardia dell’esercito nemico.
Nel frattempo il druido essendo giunto al limitare termine della città, non appena vide che i pipistrelli stavano per scappare e tornare nelle file dei non morti dove non sarebbero stati più raggiungibili, prontamente decise di scagliare bagliore solare che finalmente ridusse in cenere il vampiro: in quello stesso istante accadde lo stesso almeno un terzo delle altre creature vampiresche che stavano attaccando i soldati all’interno delle mura della città. Il druido compiuta l’impresa si recò del maestro sulle mura
Nel frattempo Stigne sembrava essere provata, infatti Alazon e D’Arcy si accorsero di una creatura nera aggrappata alla schiena dell’enorme creatura di ghiaccio. Tuttavia sia le frecce divine di Alazon che gli incantesimi solitamente devastanti della fata sembravano muoversi al rallentatore per la creatura oscura che li evitava senza problemi. Nonostante i suoi movimenti sembrassero privi di logica, i suoi ripetuti colpi avevano creato una crepa nella schiena del gigante di ghiaccio tanto profonda da strapparle un pezzo di ‘pelle’ di ghiaccio. Stigne provata dal dolore si gettava all’indietro nel tentativo di schiacciare il nemico, ma facendo anche crollare un pezzo delle mura della città e mettendo a dura prova l’agilità degli elfi. D’Arcy approfittando dell’apparente scomparsa o sconfitta del nemico, curava la ferite di Stigne creando un muro di ghiaccio che andò a coprirle la pelle di ghiaccio staccatasi dalla schiena.
Ma mentre i pericoli peggiori sembravano già essersi palesati, da uno squarcio nel cielo compariva un enorme drago scheletrico con le ali grandi come interi quartieri: un gigantesco Dracolich con occhi e petto che brillavano di un luminoso fuoco color ametista.