villaggio di arte, di mare e di bambini scalmanati
Dopo 5 giorni di viaggio giungiamo in vista del piccolo villaggio, che si trova in riva al mare.
Il paese sorge sulla cima di una scogliera, da cui guardando in basso si vedono delle calette con barche ormeggiate.
Le case più esterne del villaggio sono di pietra e mattoni, differentemente dalle altre di legno e carta, supponiamo per via dei forti venti provenienti dal mare.
Ci addentriamo nel villaggio, seguiti dagli sguardi curiosi della gente locale. Non ci meravigliamo che il pittore abbia deciso di dipingere proprio qui, perché lo spettacolo che offre è molto bello.
Decidiamo di recarci in una locanda per chiedere info riguardo al pittore Juba Ichiru. Pare che il villaggio sia stato frequentemente meta di artisti e collezionisti in cerca delle sue opere o di ispirazione. L’oste ci chiarisce che non è possibile trovare opere del famoso pittore nel paese perché sono state tutte vendute dagli eredi, che sono prevalentemente costituiti da 3 famiglie: quella di Otsuka Ichiru, quella Sera Ichiru e quella di Saito Ichiru.
Iniziamo a visitare questi ultimi. La loro casa è proprio sulla scogliera, tipica casa di pescatori locale. Al di fuori si trovano animali e bambini che razzolano. Man mano che ci avviciniamo i bambini si incuriosiscono, ignorando la madre che cerca impaurita di richiamarli.
Ci presentiamo gentilmente, chiedendo se questa è la casa dove viveva l’artista. La donna risponde che sì, siamo nel posto giusto e ci offre un tour nell’abitazione.
Inoltre costringe uno dei suoi figli a fare da guida giù nelle calette dove il pittore era solito lavorare. Seguiamo a capicollo il ragazzino scalmanato, fino a quando non ci viene in mente di dargli la frutta del druido per farlo rallentare.
Ci porta in una caletta meravigliosa ma non troviamo nulla. Chiacchierando ci dice che la sua amica Umemoto è molto brava a disegnare, e percependo un minimo di fil rouge chiediamo al bimbetto di portarci dalla ragazzina.
Costringiamo la nonna incredula a portarci da lei, nella loro umile casa. Facciamo pressioni per conoscere la bambina e la vecchia non sembra felice di farcela incontrare. Ci porta in un magazzino segreto, dicendoci che quello che cerchiamo sta qui, chiedendo inoltre di lasciare in pace Umemoto.
In questo luogo sono state conservate le opere e gli averi del pittore. Tutti oggetti coperti da teli che ne oscurano la vista. Prima di lasciarci la vecchia dice che potrebbe essere pericoloso scrutare nei sogni delle persone perché c’è il rischio di perdersi nelle fantasie.
Il drow afferra uno dei teli scoprendo alcune opere. Le cornici sono gonfie e spaccate dall’umidità nel passare degli anni, ma le opere sono perfette, come se fossero state dipinte ieri.
Vediamo una serie di quadri che ritraggono delle scene con uno stile che è diverso da quello a cui siamo abituati a vedere nelle sale dei nobili, più simbolico, stilizzato.
Mentre gli altri si apprestano a tornare in centro al paese per trovare un carro dove caricare tutto il materiale D’arcy e il drow vengono rapiti da due tele.
D’arcy si tuffa dentro la tela dove vengono ritratti degli aironi, e scompare. Nel disegno compare la figura della fatina.
All’interno del sogno, sta volando con uno stormo di aironi. Tenendosi ancorata al suo vero nome riesce comunque a distinguere l’illusione e non perdersi completamente.
Quando il carro è pronto, vi vengono caricate tutte le tele. Una fra tutte è molto più grande dellle altre.
D’arcy riesce a fermarsi, e non seguire lo stormo. In quel momento compare di nuovo nel mondo reale.