Le Lacrime di Xarma

Quadri & Inception

e il pennello di Juba Ichiru

14 EKAEAR

Finiamo di caricare i quadri, che sono circa una trentina.
Si discute sul da farsi, se portare i quadri al’imperatore o provare ad “usarli”.Ci mettiamo in viaggio.

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al risveglio la fata crea i suoi soliti tatuaggi e racconta al druido le sue sensazioni che aveva all’interno del quadro.alche si decide che la fata guarda, il druido tiene la coperta e l elfo e il monaco tengono il quadro più grande.la fatina comincia a guardare più intensamente. e con i gessetti se lo copia.

il quadro rappresenta un paesaggio onirico in cui c’e’ un pittore che dipinge un quadro dove il soggetto e’ quello stesso quadro. ci sono 10 personaggi diversi, tra cui un orco enorme, più di una collina. ci sono dei dragoni che volano e si confondono con delle nuvole. un laghetto con delle bagnanti nude. un tratto del fiume in cui nuotano delle strane creature, col corpo dia umano che di pesce. un punto del campo in cui ci sono una serie di piante con i fiori coi petali a forma di teschio. un pozzo da cui sale un fumo di vari colori. un cimitero.

messo da parte il quadro più grande, decidiamo di controllare altri 5 quadri più piccoli:

in un altro quadro, c’è  una tempesta in una vallata, fra le gocce di pioggia ci sono delle balene. c’è un campo pieno di oro e oggetti preziosi. sotto un ciliegio  a cui e’ appeso un impiccato. una cucina indaffarata di un palazzo, con decine di lavoratori laboriosi, dove c e un pescione gigante in un tavolo enorme, con diverse stoviglie. una scena di cacci a in cui uomini e cavalli corrono fianco a fianco inseguendo una mucca.

la fatina sta per essere catapulta nel quadro, ma riusciamo a coprirlo e a spostare la fatina. li carichiamo nel carro.riprendiamo il quadro più grande, in modo che la fatina possa provare a parlare con le donne nude. comincia a guardarlo, si concentra per entrare in sintonia con esso. poco dopo la fatina sparisce.
la fatina è  vicino le donne nude che si lavano i capelli  con l’acqua dello stagno. il paesaggio è surreale, con proporzioni e dimensioni sballate. la figura più grande è il pittore, che è colossale, e sta li beato a dipingere.
la fatina vola verso il pittore. man mano che si avvicina sembra più piccolo. il dipinto a cui sta lavorando è identico, tranne per  il fatto che al centro  c’è lo stesso pittore che  dorme. la fata prende la mela in mano e il pittore si gira. lui fa:

P: “non ti ho dipinta io”
F: “sono entrata io, il tuo quadro é bellissimo. cosa stai dipingendo”
P: “io non so più se sto dipingendo o se sono in un sogno”
F: “eh si tu ti sei perso all’interno del tuo quadro. non è mai successo che dipingendo qualcuno sparisse?”
P: “beh si diventa parte del mio sogno”“ma lo fai di proposito?”
F: “non lo so”

la fata nomina il nome arcano di illusione, ma non succede nulla.

P: “non ti ho dipinta io”
F: “sono una creatura magica venuta qui per salvarti”
P: “devi salvare lui”

e indica il suo quadro

“e come posso fare? mmm ritornerò’”

prende una mela e gli lascia un gessetto e prova a concentrarsi per uscire. ma non ci riesce, è distratta. e si ritrova vicino al pozzo dei mille colori. ritorna dal pittore.prova a convincere al pittore di uscire dal quadro.la fata prende il pennello e prova a concentrarsi di nuovo per uscire.
la fata esce dal quadro! stringendo una mela e un pennello!

F: “ho il pennello!”

adesso il pittore fa il bagno con le donnine
il secondo pittore è sdraiato davanti un altro quadro, con in mano un pennello.
la fatina è sporca di vernice di ciò che ha toccato.

D’arcy rientra nel quadro grande. e va per prendere il quadro all’interno, ma nulla, non riesce a muoverlo. allora prova ad entrare in quello. il quadro è simile, ma non uguale, le figure fanno cose diverse. sente il richiamo, tocca la tela, e fa un altro balzo all’interno di questo quadro.
si ritrova accanto al pittore che dorme. vicino a lui una mela morsa, e in mano un pennello. la tela è bianca. la fata, prova a prendere il pennello, ma sveglia il pittore.

F: “io non ti ho dipinto!”
P: “chi sei tu?
F: sono venuta per svegliarti e riportati fuori dai tuoi sogni
P: ma sei parte di questo disegno?
F: no io sono fuori di questo disegno
P: grazie, ma, dov’è’ il mio pennello?
F: ma dove siamo?
P: credo in uno dei miei sogni
F: ti è mai successo di addormentarti nei tuoi sogni?
P: si è già successo. ma ho bisogno del mio pennello
F: cosa ci devi fare?
P: è quello che ho usato per creare questo mondo.
F: e come fai ad uscire?
P: ma io sono già morto

la fata si concentra e riesce ad uscire, nonostante sia più difficile e riemerge nel quadro principale. ma la fata prova a scarabocchiare il quadro (disegna le orecchie da gato al pittore!), ma rientra nel secondo quadro. vola via!
si riconcentra e riesce ad uscire nell’altro quadro. altro tentativo e ritorna alla realtà!

il pennello sembra antico, ma in ottime condizioni. probabilmente è il pennello che cercavamo! già che c’è prova ad usare il pennello sul suo diario, la qualità del pennello è buona, e disegna un pulcino.

la fata e il druido provano ad entrare insieme nel quadro. il druido ha in tasca il pennello e la laban pronta ad essere sfoderata e la fata un pennello falso.
entrano, ma il druido è spaesato, sconnesso da Amalurra, per lui è un abominio questo luogo. la fata lo rassicura e lo porta al secondo quadro ed entrano anche li.

il pittore sta cercando ancora il pennello e la fata gli da il pennello fake:

P: “grazie, ma non è il mio”

la fata pronuncia inutilmente il nome arcano dell’Illusione, ma nulla.

il pittore chiede come mai qualcuno è nel suo quadro, nonostante le disposizioni che aveva dato alla figlia, Noya Ayami (sposata con Goda Ayami). e chiede come mai si sia addormentato, perché qui è impossibile.
racconta che nel pennello c’e’ un potente spirito,ma bisogna essere degli ottimi pittori per usarlo come si deve. il pennello è stato un dono di uno spirito che ha visto un mio quadro. per far si che potessi dare vita alla sua amata per lui. era una donna bellissima, nascosta in parte dalla nebbia.
e chiede ancora del suo pennello. aveva ordinato di custodire i quadri e di non farli mai vedere a nessuno. dato il pericolo che si corre.
i due alla fine escono dal quadro.
ci rimettiamo in viaggio. e in quei giorni la fata si allena a dipingere.

24 EKAEAR
Arriviamo nella capitale, e andiamo nella nostra dimora, sia per darci una ripulita, che per decidere che fare.
Appena arrivati i servitori ci preparano bagni, vestiti puliti e una buona cena.
e viene ordinato sia di portare i quadri in una stanza, che di comprare tavolozza, pigmenti e quadri da dipingere.
arrivato il materiale, la fata si affina nell’arte del dipingere.
mentre discutiamo il da farsi, quando arriva l ufficiale di corte Ogata Sho, che viene informato dei nostri sviluppi e si dedicherà a preparare l’incontro con l’imperatore.

La fata prova ad entrare nel quadro dove ci sono delle persone che cacciano una mucca, per chiedere spiegazioni su come siano li.
si ritrova dentro, correndo, inseguendo una mucca velocissima!
accanto alla fata dei cavalli, che non riesce a cavalcare. ci sono anche altre persone che corrono dietro la mucca.
la fata prova a lanciare una fireball, ma inutilmente.
e quindi esce.
entra nel quadro con la cucina e mille persone, con un pescione da cucinare. ordina ai servitori limone e sale.
prova a parlare e a chiedere info, ma nulla

25 EKAEAR
il giorno dopo arriva l ufficiale di corte Ogata Sho, che ci informa che domani l’imperatore ci riceverá

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