9 Uztangil
è notte inoltrata ed andiamo a riposarci dopo la festa, da tanto non succedeva.
E’ mattina inoltrata quando Ragnar ci viene a chiamare e ci consiglia di andare a parlare con la sciamano del villaggio. Mentre usciamo, notiamo di non venir più salutati con diffidenza. Arrivati dallo sciamano, come ci aveva avvertito Ragnar veniamo accolti dall’abbaiare dei cani, ma il druido, grazie alla sua empatia, riesce subito a placarli. Il vecchio richiama i suoi cani, nonostante i tentavi del druido di tenerli accanto a sé.
L’anziano ossuto chiede al druido di mostrargli il palmo della mano: lo definisce simbolo antico di potere.
Aggiunge che tutti i clan hanno sangue di drago nelle vene e per questo è affascinato dall’aspetto e dal potere che scorre in Noxus, in seguito ci suggerirà anche di bere il suo sangue. Chiediamo spiegazioni sull’arrivo dei githyanki in questo mondo. Inizia dicendo cha la Corona Nera era il nome del re di un clan avversario che stava conquistando tutte le terre (pare che la corona nera fosse in realtà un artefatto magico che trasformava i nemici in alleati) e così gli antenati decisero di evocare degli alleati contro di lui da un altro piano ed arrivarono gli githzerai. Sconfissero la Corona Nera (probabilmente erano accorsi su questo piano, poiché il nemico era comune), ma tuttavia arrivarono anche i githyanki per dare la caccia ai githzerai, loro acerrimi nemici.
Ragnar si reca da Dagmar per fare il punto della situazione: le incursioni avvengono circa ogni 2 settimane, si ipotizza che torneranno a breve. Dagmar radunerà i clan per la guerra e noi dovremo trovare la loro base in 2 settimane. Ragnar ci raggiunge e salutiamo lo sciamano, dopo che quest’ultimo aveva fornito delle strane erbe mistiche alla fata e rifiutato il succulento melone offerto dal druido.
Decidiamo un piano di azione: le incursioni avvenivano solo sui villaggi della costa in gruppi composti da due a cinque githyanki. La costa è lunga per decine di kilometri per una ventina villaggi e ci vorrebbe almeno un mese di viaggio per coprirli tutti. Ci sono tuttavia dei falò per segnalare le posizioni dei centri abitati. Dopo che siamo tornati al villaggio, decidiamo con Dagmar, intento a congedare gli altri capiclan, di spegnere alcuni falò, lasciandone accesi solo alcuni: abbastanza per veicolare il prossimo attacco dei githyanki, ma
non tanto da fargli pensare che sia una trappola.
Facciamo provviste e decidiamo di partire il giorno dopo all’alba.
Durante la notte vengo svegliato dal tentativo di furto..…stanno mirando alla laban …urlo per avvertire gli altri…è uno githzerai…tento di recuperare lo zaino… ricevo una pugnalata al petto (che non mi colpisce parti vitali fortunatamente)… l’orco immobilizza l’assalitore… riesco a rotolare via mettendo in salvo me e la Laban…
Il githzerai, vistosi ormai senza speranze, decide di pugnalarsi avvelenandosi pur di non diventare nostro prigioniero…