Le Lacrime di Xarma

I figli di Iskar

Dopo pochi secondi vediamo la luce e la ruota si blocca. Ci ritroviamo in una grande stanza aperta: pavimento di marmo bianco con venature nere, colonne ai lati e temperatura mite. L’enorme sala è adornata con vasi con piante verdeggianti. Di fronte vediamo sei figure sedute su sei grandi scanni alcuni di pietra di legno ed alcuni di pietra (alternati): tre uomini a sinistra e tre donne a destra che ci guardano con fare austero:
Sono tutti molto alti e altamente carismatici quasi sovrannaturali
Il primo uomo sulla sinistra è massiccio, nerboruto, ha una lunga criniera e folte basette bianche. E’ vestito con una tunica bianca, col petto ricoperto di peli bianchi, ma non pare tuttavia anziano
Il secondo uomo più anziano (si direbbe sulla cinquantina di anni) ha due braccia enormi e panciuto, ha una benda sull’occhio sx ed un grembiule di pelle indurita nera
Il terzo, il più bello, fisico perfetto, bellissimo, occhi azzurri e capelli biondi, tunica bianca con una spilla d’oro che mantiene un manto rosso
La donna pare di genere indefinito: non è un umano, capelli argentati, orecchie a punta e pelle scura.
Affianco una donna, di aspetto giunonico, con una cinta d’oro con dei lunghi capelli biondi (quasi più mascolina)
La terza donna con capelli rossi ramati, con fisico incredibilmente muscoloso ed al suo fianco un martello. Verste una tunica bianca
Si alza il bel biondo e in comune ci dice ‘Figli di Iskar, avete superato le nostre prove, fatevi avanti’
Avanziamo e ci chiede quali notizie portiamo dal mondo esterno.
Ragnar inizia a parlare, ma subito, il colosso dai capelli bianchi si alza di scatto verso Ragnar dicendo he ha la sua armatura.
Il drow sparisce e appare con davanti al gigante e gli dice di fermarsi e gli dice di guardarlo bene in faccia, lo fa ragionare, dicendogli che Ragnar è lo copia di Varda, donna guerriera a cui aveva giurato il suo eterno amore ed alla quale aveva infine regalato la sua armatura che ora indossa Ragnar
Erland questo il suo nome, felice della scoperta di aver incontrato un suo pronipote, lo abbraccia e lo stritola e poi su consiglio del biondo torna a sedersi al suo posto.
Noi gli riferiamo che la guerra della corona è finita, ed il motivo che ci ha condotti da loro
Il biondo dice che prima di concederci il loro aiuto, devo parlare fra loro.
Il drow chiede quale potente oggetto portiamo con noi, e noi, gli diciamo della Laban. A tal affermazione, la donna con al cintura dorata ci rivela essere la custode del ponte e dice che deve portarci immediatamente a vedere una cosa, Alla Fascia d’oro è il suo nome.
Dopo vari corridoi, sempre pregevolmente raffinati, arriviamo ad una scala a chiocciola arriviamo ad una porta con raffigurato il simbolo di Xarma col Perno delle valli disegnato dietro e dai quali si irradiano vari raggi. Alla prende una chiave e apre la porta ed una serie di fiaccole si accendono all’interno della sala. Al centro un piedistallo con simbolo di Xarma di pietra e dal quale partono degli con archi che si irradiano vero la parete. Sul prisma è presente una spaccatura.

Ci spiega che loro giunsero in quella dal perno delle valli, mandati da Iskar, e da quella sala potevano viaggiare fra i portali, ma quando la pietra si spacco 400 anni fa, loro rimasero intrappolati in questo mondo senza poter più neanche raggiungere loro padre Iskar. Ci chiede di mostrarle la Laban, le diciamo che non possiamo perché attireremmo sguardi e presenze pericolose, ma lei ci rassicura dicendo che il luogo è protetto.
Il druido allora estrae la Laban, lei dice che è l’unica possibilità per attivare la strada per il perno delle valli, bisogna attivare la pietra dice con la Laban.
Siamo contrari perché la spada è incompleta e potrebbe essere corrotta. Alla dice di non sapere cosa sia la magia del sangue.
Mentre torniamo nella sala, Ragnar, si interroga su come mai mentre gli altri dei si contendessero le valli, Iskar abbia mandato sei semidei a colonizzare queste terre….

Arrivati nelle sala finalmente conosciamo chi abbiamo di fronte

Erlend orso bianco
Logair il costruttore
Ari la luce dell’est
Seun mezz’elfo (termine neutro)
Alla fascia d’oro
Iri il martello

Ci invitano ad andare a riposarci, in attesa del banchetto serale.
Seun ci offre di accompagnarci. Durante il tragitto Ragnar, chiede che fino avessero fatto coloro i quali avevano accompagnati i semidei durante il loro ritiro nella montagna, Seun risponde che essendo mortali, son morti col passare del tempo, ma il in realtà è proprio il drow che pare avere particolare interesse nel farci domande.
Il druido gli spiega come siamo venuti in possesso della Laban, dopo le divinazioni di Igarle.
Ci chiede del simbolo sulla mano, dice che per lui è il simbolo del serpente che divora il mondo che divorerà gli dei. Aggiunge che gli dei hanno creato il mondo, gli dei porteranno la fine. Il suo obiettivo e dei suoi fratelli è oltrepassare il ponte, e trovarsi al fianco di Iskar, quando gli dei scenderanno sulla terra e pronunceranno le 4 lettere comparse in cielo.
Arriviamo infine alle nostre stanze piccole ma lussuose, Seun ci ammonisce prima di andare via:
Logair non è figlio di Iskar, ma figlio di Langhil che giacque con una delle moglie di Iskar, ci suggerisce di non fare accenno alla vicenda.
Dopo esserci riposati, ci viene a chiamare Iri con sguardo particolarmente torvo. A differenza di Seun, non proferisce parola durante il tragitto. Per noi è stato preparato un enorme banchetto Ragnar brinda con il nonno, dal quale viene sbeffeggiato per la pochezza della sua spada, rispetto alla fantastica armatura che indossa, Seun dice tuttavia che l’armatura trae il potere dal sangue di chi la indossa. Logair si siede accanto a me e tesse le lodi del mio arco, dopo di che mi mostra uno strano goniometro costruito con all’interno il suo occhio, del quale pare esserne particolarmente geloso. Dice che è lo strumento grazie al quale ha costruito il luogo dove ci troviamo: basta poggiarlo e in automatico rivela tutte le misure di cui si ha bisogno.
Ci chiedono di raccontarci la nostra storia e noi lo facciamo (secondo loro, che i diavoli che in passato ci avevano dato il loro aiuto, erano i diavoli Iskar).
Loro ci dicono che il motivo per cui non uscivano dal loro rifugio: ci chiedono se avessimo mai incontrato il loro fratello perduto Od, simile ad Ari, ma con una folta barba rossa e le braccia tatuate. Egli era la ragione per il quale costruimmo questo rifugio poiché cadde vittima della corona. Artefatto costruito dagli uomini, ma che può influenzare qualsiasi essere vivente, divinità comprese, ed ha colpito Od. I suoi servi della corona colpiscono con spade, senza lame, con le quali trafiggono le persone e ne prendono il comando, Nessuno di loro tuttavia conosce le pietre di Ilun, l’arco di Arin, la magia del sangue…

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