Iri e Noxus si divertono a finire i nemici ancora in piedi, ormai esseri inermi senza protezione.
Alla, Arin e l’Asceta Sanguinario prendono in mano la catena che lega la grossa scimmiona ed iniziano a girarla per tenderla fin quando non riescono a trascinare l’enorme animale alla colonna di ghiaccio: emanando un grido straziante quasi umano, inizia a ghiacciarsi diventando parte dell’enorme colonna. Nel frattempo Seun seduto su una colonna si godeva la fine della battaglia. Accetterà di scendere, solo dopo che i fratelli avrebbero promesso di non fargli alcun male. Tuttavia il druido gli si scaglia contro chiedendo spiegazioni sull’anello. Seun ribadisce che per toglierlo basta ‘solo’ tagliare il dito e che non c’è altro modo: Noxus si offre subito volontario per l’intervento. Il druido in preda all’ira esce dalla sala e fa confluire tutta la sua rabbia attraverso il potere di Amalura, generando un enorme tifone che scaglia via la nave dei githyanki, facendola frantumare sulle rocce. Ancora non placato, accompagnato da Iri, si scaglia in forma di leone sui pochi githyanki sopravvissuti
Mentre Iri decide subito di volare al villaggio di Ragnar per verificare le sorti della battaglie, noi sfiniti, decidiamo di riposare, pensando che il viaggio sarebbe stato troppo pericoloso da affrontare in quelle condizioni. Di notte il druido scopre di ritrovare l’uso della parola e si reca subito in cerca di aiuto da parte dei figli di Iskar. Trova Ari che gli promette che avrebbe parlato con Seun il giorno dopo, per porre rimedio alla sua mancanza di rispetto nei confronti dei loro ospiti.