vestitevi a cipolla
17 Maatera 413
La regina di Crihn, Fumogrigio, ci esorta con un cenno del braccio enorme, a seguirla. Si gira e cammina verso la foresta. La seguiamo.
Ballonzai esorta i pellegrini a seguirci.
Fumogrigio, con le sue gambone enormi, si muove molto rapidamente, la seguiamo a fatica. Dal folto della foresta emergono 4 cavalieri, i cui cavalli e armature sono fatte di ossa. Mi concentro e percepisco provenire da loro una forte aura malvagia.
Mi preparo a combatterli, ma questi ci ignorano e passano oltre.
Proseguiamo e veniamo raggiunti da una decina di soldati in armatura, umani, i cui finimenti sono decorati con uno stemma riportante una lince. Fumogrigio ci affida a loro e sparisce nella foresta.
Le guardie ci circondano e ci scortano silenziosi nella foresta. Dopo qualche metro la nebbia si dirada ed il sole splende sopra di noi. La foresta è fitta ma luminosa, trasmette una sensazione di rigogliosità e pace.
Proseguiamo fino a che il bosco si apre su una grande radura in salita, sulla cui sommità c’è una cinta poderosa di mura (formata da 3 strati), dietro cui si intravede la città, sovrastata da due grandi torri sulle quali fluttuano due cristalli. Nella radura fuori dalla cinta sono stati piantati una serie di alberi che seguono percorsi precisi, attraversati da una strada che arriva ad un cancello che sembra di fattura molto più recente delle mura.
Vediamo Fumogrigio passare oltre il cancello mentre la guardia che l’ha seguita ci raggiunge: si presenta col nome di Syward e ci accoglie con gentilezza, scortandoci all’interno delle mura.
La città è completamente diversa da tutto quello che abbiamo mai visto: case curate, strade pulite, persone serene e ben vestite. Intravediamo degli elfi, ma a parte loro ci pare siano solo umani.
Veniamo condotti in un edificio abbastanza spartano ma sicuro. Nella mensa ci viene offerto un pasto che, pur stupendoci perché mai ci è stato dato cibo gratis, mangiamo con piacere.
Una strana figura avvolta in abiti informi, una specie di fagotto marrone chiaro, con un cappuccio in testa e due strani stivali aperti in punta stile infradito, è entrato inosservato nella stanza e ci sta guardando in silenzio.
Il bardo si volta verso di lui e gli offre un assaggio del suo cibo, ma la figura scompare su per le scale.
Esmo, il ragazzo addetto alla cucina, ci porta anche del vino annacquato e ci da qualche informazione, avvertendoci che però dovremo aspettare l’indomani, quando il Samaritano ci spiegherà tutto.
Gli descriviamo la creatura che abbiamo intravisto alla base delle scale e ci dice che sì, è proprio lui il Samaritano.
Dopo mangiato, Esmo ci accompagna in una camerata semplice ma molto pulita, si allontana e dopo un po’ di tempo ritorna portando altre 4 persone: 3 uomini di una certa età ed una ragazza sulla 20ina. Sono molto impauriti dal nostro gruppo, specialmente da Shevan, e si tengono in disparte. Il bardo comunque riesce a socializzare con la ragazza, che gli riferisce di provenire dalle miniere nel regno di Sybitcha.
18 Maatera
Al mattino facciamo in tempo a finire la colazione, quando il Samaritano ci raggiunge stringendo in mano una staffa. Con una voce dolce e suadente ci dice che siamo liberi di rimanere fin quanto vogliamo, a patto di obbedire alle leggi della città.
Se vogliamo essere accettati come cittadini ufficiali dobbiamo prestare servizio per 2 anni, compiendo anche missioni molto pericolose.
Se non desideriamo rimanere in città, dopo una settimana ci daranno provviste e ci lasceranno sulla strada in modo sicuro.
Ci dice inoltre che Crynn è una città libera dove non regnano terrori, ma solo la regina Fumogrigio che è completamente dedicata alla lotta contro i tiranni ed al salvataggio degli innocenti.
Ci conferma che la città riesce a spostarsi magicamente per la sicurezza dei suoi cittadini.
Inoltre ci dice che i 4 cavalieri in armatura di ossa sono parte del loro esercito.
Chiediamo informazioni sulle terre della Corona Nera, ma risponde che non dobbiamo recarvici, altrimenti ci aspetta un destino peggiore della morte.
Quando il Samaritano si congeda, Ballonzai mi prende in disparte dicendomi che ciò che ci è stato riferito sulle terre della Corona è falso: che più volte lui c’è stato ed ha condotto persone al sicuro. Che questa città è troppo perfetta per essere vera, non si fida.
Decidiamo di farci un giro e scoprire il più possibile sulla città, seppur in quanto estranei non dovremmo avere accesso alle informazioni riservate.
Scambiamo le nostre pepite d’oro per una manciata di monete e visitiamo qualche negozio, senza poterci permettere nulla, mentre il bardo cerca di usare le sue capacità sociali per scoprire qualcosa di più (invano).
Ci viene indicata una taverna molto caratteristica, fatta a forma di cranio di drago. Solo avvicinandoci all’ingresso veniamo pervasi da una sensazione di paura che ci impedisce di entrare.
Deckard è l’unico che riesce a varcarne la soglia e conquistare l’ammirazione degli altri avventori. Riesce a parlare con un uomo che ha conquistato la cittadinanza servendo la città ma non ottiene informazioni utili oltre a quella di vestirsi a cipolla.