Le Lacrime di Xarma

Ed uscimmo a riveder le stelle

La battaglia contro il re delle gelatine inizia: il gruppo sembra aver vita facile, visto che il cubo viene ripetutamente colpito da colpi di armi e incantesimi; all’improvviso accade l’inaspettato: il cubo assorbe al suo interno Minerva! Deckard quasi sacrificando il suo braccio, riesce a tirar fuori la nostra compagna. A salvataggio ottenuto, il bardo incita il Martok, le sue parole risuonano nella grotta: “Martok col tuo martello sei il più bello”. Il combattimento finisce grazie ad una potente martellata di Martok che liquefa il buon re, lasciando una chiazza di acido ed una accetta luminosa. Minerva grazie alla sua incredibile voglia di vivere e alle cure di Weiss si rimette in piedi.
Incontriamo Barvolm Zei che ci concede un’ora per trovare un’altra strada. Ci muoviamo nel buoi grazie alla luce emessa dall’accetta. Son tuttavia due vicoli ciechi: da una parte si dovrebbe nuotare in un canale sotterraneo (non ne abbiam né voglia né tempo) e dall’altra si giunge a quella che poteva essere la vena d’oro della miniera. Martok ne estrae qualche pezzetto come prezioso ricordo
Decidiamo di percorrere la strada pericolante, tutto fila liscio grazie Barvolm Zei e Xyrfaen che ci indicano letteralmente dove mettere i piedi. Tutto bene fino a quando alla fine della fila, forse ancora non ripresa pienamente, Minerve fa crollare parte della miniera ma riuscendo a non rimanere intrappolata.
Dopo circa un’ora di cammino in una parte più solida della miniera, troviamo l’uscita. Decidiamo di riposarci poche ore in quel che resta di un capanno.
Ripartiamo all’alba lungo una gola circondata da alberi. Poco prima del tramonto una strana foschia inizia ad alzarsi. Sbuchiamo in quella che pare essere una ampia vallata, mentre improvvissamente dal cielo sentiamo atterrano quattro figure davanti a noi e due alle nostre spalle: sono draconici. Barvolm Zei cerca di scappare ed i pellegrini si gettano alle sue spalle. Noi li seguiamo a breve distanza fin quando davanti a noi si parano tre mezzi draghi neri ed uno di loro ci intima di arrenderci. Mentre la nebbia inizia a dilatarsi, vediamo di fronte a noi una grande foresta all’interno della quale pare esserci una grande città con una grossa costruzione al centro. Alla qual apparizione i draconici sembrano spaventarsi e rivolgono la loro attenzione alla città appena apparsa. Xyrfaen urla loro che non siamo più nelle loro terre e che quindi sia sarà meglio per loro arrendersi. Ma il draconico seppur distratto dalla comparsa della città, intima ai compagni di ucciderci. Nello stesso preciso istante risuonano dei corni dalla foresta. Da lì udiamo dei pesanti passi arrivare. Appare una gigantesca figura apparentemente umanoide con addosso una pesate armatura completa con inciso l’indistinguibile segno araldico di valle centro; ad un tratto la sua visiera risplende quasi fino a sembrare un piccolo sole: la forte luce si concentra in un raggio rivolto ad un draconico…quest’ultimo viene spazzato via.
Ci gettiamo nella mischia e grazie al provvidenziale intervento del gigante riusciamo ad aver la meglio su tutti i nemici. La gigantesca creatura ci guarda, solleva l’elmo inondandoci di una luce accecante: vediamo una testa umana di una donna anziana con una massa di capelli grigi. La donna ci guarda con occhi verdi e ci dice di essere Fumogrigio, regina della città errante.

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