Le Lacrime di Xarma

Il paese fantasma

 Il festival degli yūrei, bōrei, shiryō e zashiki-warashi

18 Udarr 411

Prima di partire col nostro carro andiamo a salutare il padre di Aoi, il quale ci ringrazia e ci dice che altre famiglie del villaggio vogliono sposare i suoi figli, che il suo rango è migliorato e che ha ricevuto l’offerta di essere il reggente delle proprietà del signor Kokan. Sono molto felice di aver aiutato questo signore.
Partiamo per la Capitale. Il tempo è molto afoso ed il cielo è plumbeo ma con la mia magia rendo le nottate meno piovose ma molto più afose.

21 UDAR
A metà del terzo giorno di viaggio (21 Udarr) si para d’innanzi a noi, in mezzo alla strada, un uomo che indossa un kimono bianco a maniche corte con una gonna rossa ed una cintura di stoffa blu scura, a piedi nudi. Il suo corpo è abbastanza muscoloso, ed ha una cicatrice che parte da sotto al collo e prosegue fino a celarsi sotto al suo vestito sul petto.
Al suo fianco ha una katana.

L’asceta lo riconosce subito: è il leggendario samurai Haru Hikari, conosciuto meglio con il nome de L’intoccabile, che è noto per essere il miglior maestro di katana e una leggenda dice che ha sconfitto da solo 100 uomini.
Dopo essere stato al servizio di una locale nobile famiglia ha abbandonato per ragioni misteriose l’incarico di samurai spezzando la sua spada sulle ginocchia e lanciandola ai piedi del suo signore. Da allora vaga per queste terre aiutando la gente in difficoltà e combattendo per la giustizia. Si dice che sia “intoccabile” perché gli avversari si pietrificano dalla paura davanti a lui.

Dopo aver scambiato qualche parola con lui l’asceta ci riferisce che questo uomo cerca il re degli yokai in quanto mandante dello sterminio di un vicino paese rurale, compiuto dagli yokai ai danni di contadini, donne e bambini.
L’orco prende le mie difese spiegando che siamo estranei alla faccenda e l’uomo sembra credere alle sue parole.

Capiamo però che c’è un sedicente re degli yokai che li istiga al saccheggio dei villaggi.
Promettiamo ad Haru che cercheremo il responsabile di tali crimini e ci dirigiamo verso la Capitale.
Arrivati alla città però troviamo le porte chiuse e scopriamo che gli yokai non possono accedere, per cui metà del gruppo sarebbe costretto a restare fuori. Ci viene detto che è una misura di sicurezza.

Decidiamo quindi di tornare indietro e indagare nel paese saccheggiato per capire chi sono questi yokai e chi li abbia aizzati.

25 UDAR
Giungiamo al paese a tarda sera e scopriamo che non vi è segno di vita, le case sono state tutte distrutte o incendiate, e troviamo dei tumuli con le solite pietruzze nella piazza principale.

Io attivo l’anello che richiama gli animali e si avvicinano un paio di cani, impauriti e malandati. Empatizzo con loro e provo a capire se c’è qualche superstite ma non sembra più esserci anima viva.
Per la notte ci accampiamo in una casa semidistrutta, ma dopo ore veniamo svegliati dal ringhio di uno dei cani che si era messo a dormire accanto a me. Vediamo nell’angolo della stanza due occhi bianchi fluttuanti nel buio. Il drow, seguendo il suo istinto omicida, allunga le sue lame e la presenza scompare, ma nel frattempo sento gocciolare qualcosa sulla mia testa. L’asceta con un pugno sfonda il soffitto in legno da cui crolla un cadavere putrido e ricoperto di vermi.

Estraiamo la corona di Arin (la luce fa fuggire numerose presenze che erano celate nel buio) e la posizioniamo sulla testa del cadavere: svanita la luce torna in vita una donna che in preda al panico urla e si nasconde nell’angolo della stanza. Tutti i nostri tentativi di comunicare con lei sono vani perché è troppo terrorizzata. Ma l’asceta, vedendo il funzionamento della corona, ci propone di resuscitare tutti i cadaveri tumulati nel villaggio.

26 UDAR
Il giorno dopo, disseppelliamo e proviamo a resuscitarli tutti ma soltanto un terzo riprende vita, stranamente quasi tutti i giovani del villaggio. Dopo un’iniziale momento di shock i ragazzi ci raccontano degli ultimi ricordi descrivendoci l’assalto da parte degli yokai di ogni tipo.
Ci dicono l’attacco li ha presi impreparati perché il loro è un villaggio rurale tranquillo e la convivenza con i vari yokai della zona è sempre stata pacifica…

Rispondi