I nostri eroi, sconfitte le ultime guardie a difesa della torre del maestro, la esplorano palmo a palmo vergottando muri, passando a fianco a vortici nei corridoi e trovando guardie che, dopo aver visto il Cap usare Miholnhir in Endgame, aspettano solo la morte che, generosamente, gli viene elargita. Finalmente il nostro gruppo si trova davanti al maestro che li accoglie calorosamente con un’onda energetica di fuoco prontamente annullata dallo scudo. Il maestro la prende sul personale e con un Final Flash della madonna incoroneta fa saltare in aria nel seguente ordine: la città, la torre, il nostro gruppo di avventurieri, la loro dignità, e la guardia stagista sottopagata con contratto a sei mesi che stava scappando dalla città. Non contento crea un vortice di fumo in cui è impossibile orientarsi, per fortuna la nostra fatina multiuso ci permette di volare e dopo poco troviamo il maestro che, non contento di nuovo, ha creato anche una pozza di lava in cui l’orso, che non ha gradito l’affumicatura di prima, lo schianta con lo scudo mentre il druido lo zaccagna con la Laban che nemmeno un marocchino a Rogoredo.
Il nostro gruppo vince inserire musica di vittoria Final Fantasy e così si teleporta ai Tre Artigli…….
E INVECE NO
Il teletrasporto è ormai inutilizzabile e i nostri eroi sono così costretti a dissanguarsi per creare un cerchio rituale che gli permetta di tornare a casa
Tornati a casa l’orso rende noto agli altri quello che il Giardiniere delle valli gli aveva rivelato: c’è un luogo, antico e dimenticato, in cui un alchimista ha celato il segreto che permetterebbe al nostro party di recuperare i poteri perduti. Solo la fata però si fida dell’orso e quindi il gruppo decide di creare un altro cerchio magico per capire dove si trovi l’aspetto dell’illusione usando come catalizzatore il sangue di un drago blu morto.
Al grido di “Cosa mai potrebbe andare storto?”, per estrarre il sangue dal drago, l’orso si tira una martellata sul dito che Thor levati proprio ma tutto bene,cos’altro potrebbe andare storto?
Nulla, non fosse che il portale creato non funziona,funziona invece benissimo nel rendere la vista della fata perennemente piena di neve e ghiaggio,la sua realtà oramai è quella di un guardiano della notte.
Alla fine il gruppo si lascia convincere dall’orso e, dissanguandosi di nuovo, si teleporta nel luogo indicato dal giardiniere.
Ci troviamo in una foresta tropicale, la fatina volando vede una costruzione in lontananza che sembra essere quello che stiamo cercando. La raggiungiamo volando, non prima di venire attaccati da dai raptor incazzati che fortunatamente graffiano appena l’orso.
La costruzione si rivela essere completamente chiusa ed inaccessibile, non fosse per un foro in cui il druido riesce ad infilarsi per recuperare la droga della fata che va in botta in un angolo. Sul tetto della costruzione, nel frattempo fervono i lavori di pulizia, il tetto si rivela essere di vetro, ed all’interno sembra un laboratorio di qualche sorta, con un astrolabio al centro.
I nostri avventurieri riescono ad entrare, solamente per rendersi conto che chi ha costruito quel posto ha la mamma istrionica.
Si trovano, difatti, davanti ad un enigma che occuperà intere ere geologiche.