Le Lacrime di Xarma

Tentacoli tentatori

Non bastavano i non morti a palate

Dalle feritoie della torre intravediamo lo schieramento infinito dell’esercito, il cui fronte è capitanato dai due cavalieri e il mago.

Alazon scaglia una freccia contro il mago. L’avanzata dell’armata si arresta.
Il cavaliere dei rovi estrae la spada e la erige come un parafulmini verso il cielo, mentre il mago non-morto al suo fianco evoca un tremendo terremoto che per fortuna non riesce ad abbattere il fortino in cui siamo rifugiati, sebbene il terreno circostante inizi a frantumarsi e crollare.
L’elfo, ormai avatar della divinità della luce, scocca una seconda freccia destinata a generare un’esplosione solare, che però viene deviata dal secondo cavaliere. Quando il bagliore solare si dissipa i cavalieri, seppur fumanti, sono ancora in piedi. Alle loro spalle le prime file dello schieramento sono ridotte in mucchietti di ossa.
Mentre continuiamo ad attaccarli, anche l’altro cavaliere punta la spada verso il cielo, e poco dopo le nuvole iniziano a muoversi generando un mulinello, da cui spuntano alcuni tentacoli giganti che sembrano essere fatti di ghiaccio.
Un tentacolo evoca un fulmine che abbatte la torre, che già faticava a reggere stando sopra un terreno così pericolante.
Il vortice di nuvole nel cielo si dissipa in una forma inquietante, tre buchi nelle nuvole che sembrano una faccia terrificante, al di dietro il nero più assoluto. La incorniciano 9 tentacoli giganteschi e velocissimi, che cercano di afferrarci.
Afferrano K’tot e Delezar….

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