Le Lacrime di Xarma

Vagando nell’albero

nun se capisce una mazza

… l’elfo apre la porta della stanza: sorpresona. All’interno ci aspetta, come se non avesse avuto nulla da fare in tutta la sua vita, una creatura infuocata simile all’ultima che abbiamo appena abbattuto.

La bestia ha un aspetto antropomorfo, ma le fattezze sono quelle di un lupo che si erge su due zampe, e che ci guarda attraverso 4 occhi. 2 teste.
Indossa una corazza simile a quella che abbiamo recuperato dal suo collega defunto, ed impugna una piccola lancia.

Istantaneamente ci balza addosso ingaggiandoci in un combattimento dal quale riusciamo a cavarcela con pochi sforzi. Marraskilo soddisfatto si impossessa degli armamenti del nemico sconfitto, scoprendo che la lancia si può agganciare in lunghezza con quella in nostro possesso.

Soddisfatti, ci scrolliamo la polvere del combattimento di dosso e proseguiamo con l’esplorazione della stanza in cui siamo giunti: all’interno troviamo solo un grande cilindro di rame (simile a quello in cui si trova la scala che ci porta su e giù nell’altra ala della struttura) completamente rivestito di ghiaccio. Intravediamo una porta sottostante, sulla quale è incastonata una coppa semisferica che si protende oltre lo strato di ghiaccio. Dalle dimensioni di questo orpello ci pare appropriato tentare di inserirvi la palletta infuocata. Effettivamente il calore della palletta, e della fiammata che scaturisce quando viene inserita nella coppa, in poco tempo scioglie il ghiaccio e ci permette di aprire la porta nascosta.

All’interno del cilindro ne troviamo uno simile ma più stretto, che si sviluppa in altezza come gli altri: parte dal terreno e si inserisce sul tetto. Sul cilindro troviamo uno sportello con una grata.

Ovviamente se c’è da imbibinarsi non mi tiro mai indietro. I miei compagni aprono lo sportello, e io ci volo dentro. Il teporino mi fa pensare ad una specie di forno o sistema di riscaldamento, al di sotto e al di sopra (in corrispondenza a pavimento e tetto) si trovano delle griglie per cui non riesco ad andare ad esplorare. Con l’aiuto della luce magica capisco che in basso il tubo si estende per parecchi metri, anche se il mio oggetto illuminato cadendo atterra su un ammasso indefinito che si sporge 3 metri sotto di me.
L’idea di togliere la palletta dalla coppa e metterla nel “forno” non ci risulta fattibile perché non appena la rimuoviamo la porta ricomincia subito a ghiacciarsi.

Delusi torniamo indietro sui nostri passi cercando ispirazione altrove.
Giunti in prossimità di una finestra volo fuori nel tentativo di trovare qualche punto di riferimento per orientarci: qualche metro sotto di me c’è la solita lava, al di sopra i soliti gradoni. Giro attorno ai gradoni e dalla parte opposta trovo una finestra nella quale non mi fido ad entrare perché intravedo delle strane ragnatele semi-invisibili che la schermano. Torno quindi dai miei compagni, e decidiamo di fare il giro interno per raggiungere quella stanza.

Anche in quella troviamo una porta chiusa, e subito dietro l’ennesima creatura infuocata che non vede l’ora di aggredirci. Questa volta è una specie di gorillone corazzato che subito ci inizia a prendere a randellate. Poco dopo dall’interno della stanza (che non intravediamo perché è molto buia) sentiamo il rumore di un’esplosione ed iniziano ad uscire delle specie di gorillini in miniatura…

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