Le Lacrime di Xarma

Nella Porta per l’Inferno

baby join me in death

A quanto ne so, mentre io ero impegnata a scappare qua e là in giro per le valli con il drago rosso alle calcagna, i miei prodi compagni sono riusciti a forgiare la lama maledetta.
A quanto ne so, Igarle ha detto loro che serve a raccogliere il potere dei 7 aspetti di Xarma, che si sono reincarnati in mortali sparsi qua e la. Uccidendoli, pare che la Laban assorba il potere dentro di sé.
A quanto ne so, Racael ha fatto fuori Igarle con la Laban. Meno uno.

A quanto ne so, altri due loschi figuri si sono aggiunti alla compagnia. Un guerriero peloso che quando si incazza si trasforma in orso, ed uno smilzo ranger. Umani, ovviamente. Mai che si trovino fatini carini in giro.

E a quanto ne so, invece di andare in giro a cercare gli altri aspetti di Xarma, i miei amici hanno deciso che la priorità và data alla ricerca di un fantomatico corno, con il quale possiamo trasportarci nel piano di dama Estathé. Eh sì perché a quanto pare il vecchio Negu si è infilato nel suo letto e ci stanno dando dentro alla grande (beati loro). Tanto che se il vecchio non decide di smuoversi il nostro mondo si congelerà tutto.
Ed ovviamente sta a noi vedercela con le divinità.

Le ultime notizie riguardo al corno raccontano che sia stato lasciato addosso alla salma di un antico capo tribù di Valle Erta, come parte del corredo funebre. Il corpo del re è andato alla deriva in un fiume che va a sfociare in un’inquietante caverna a forma di teschio, chiamata “Le porte dell’Inferno”, famosa anche per essere un luogo di culto dei sacerdoti di Ilun (stranamente).

La grotta infatti non ci delude: in una zona troviamo un fantastico portale che sblocchiamo velocissimamente, liberando tral’altro 14 dico 14 mostri contemporaneamente (perché a noi piace hardcore).

Nel portale succede una cosa strana. Senti che l’anima ti viene strappata via dal corpo.

I miei amici paurosoni riescono ad ancorarsi al loro vero nome e tornano indietro nei loro corpi, fuori dal portale.

Io che sono furba, convintissima di quello che stavo facendo, ho abbandonato il mio corpo e mi sono lasciata trasportare….

… all’inferno.

Nel frattempo fuori dal portale Avia raccoglie il mio corpicino e teleporta via tutti al sicuro.
Tutti tranne il povero barbaro, che per la disperazione si suicida come la sottoscritta.

All’inferno, dicevamo.

Niente di rassicurante, all’inferno. Eppure io nel paesaggio in costante cambiamento, coi vermoni volanti, e con quella figura di demone alta come il Perno delle Valli, non so come… ma mi sentivo un po’ a casa. Mi sono diretta sicura verso i demoni che in volo puntavano nella mia direzione. Al barbaro ho fatto l’occhietto: seguimi, ho tutto sotto controllo. Ne usciamo da fighi col corno sottobraccio * wink *

I demoni ci caricano sul vermone e ci portano verso la figura enormissima. Immaginavo fosse lui, quello che avevamo aiutato a conquistare la collina dell’Odio, che almeno in segno di riconoscenza avrebbe potuto regalarci il tanto agognato corno.
Non vi so dire se fosse lui, era talmente grande che sono riuscita a mettere a fuoco solo qualche scaglia della sua pelle. Prima che riuscissi a parlargli ci ha scagliati via come due caccolette, e di quello che è successo dopo, anni ed anni di sofferenza infinita all’inferno… non mi va di parlarne.

Al di fuori, a quanto ne so, penso siano passati pochi minuti. A casa di Nikal mi hanno resuscitata con la corona di Arin. Dopo un po’ di riposo siamo andati a recuperare il corpo del barbaro, ma delle creature che stavano a guardia del portale non c’era più ombra.

Nella grotta c’era un altro passaggio, immerso nel buio più totale. Non ci è voluto molto per capire che si trattava del potere di Ilun. Abbiamo usato la luce della corona per fendere le tenebre e procedere, fin quando ci siamo trovati a camminare su un ponte che attraversata una polla di liquami organici… superpuzzolenti, che ci ha debilitati parecchio. Metà del gruppo è svenuta prima, in pochi siamo riusciti a procedere.
Ci è voluto un ennesimo teleport in casa di Nikal, ed una notte di riposo per rimetterci in sesto e buffarci come si deve. Il nano, che era stato il più tosto di tutti (ed abituato alle puzze) era riuscito ad andare oltre in avanscoperta. Prima di teletrasportarci nuovamente nella grotta ci avverte che in una stanza più avanti ha trovato una marmaglia di mostri, di cui uno che sembrava parecchio potente.

Belli buffati ci teleportiamo, quindi, ed in poco tempo riusciamo a frollare un po’ tutti i non morti che stavano nella stanza descritta dal nano. In una nicchia nel muro, che riconosco come passaggio magico, c’è uno scheletro incastonato nella roccia.
Nel teschio è inserita la pietra di Ilun, dalla quale si scaturisce il buio magico.
Proviamo in tutti i modi a tirarla fuori, ma lo scheletro non si muove e non si scalfisce.

Al che il nano ha l’idea geniale. Tira fuori la Laban, che è talmente calda da fondere qualsiasi cosa, la avvicina al teschio, che si carbonizza e lascia cadere la pietra, per fortuna intatta. Con spirito intraprendente allora va a perforare anche le altre ossa che ricoprivano le pareti della nicchia, cercando di aprire un varco nel passaggio segreto.

Ma non rimane nessun varco. Il passaggio segreto magico… forse l’abbiamo distrutto.
Ehm ma perché finisce sempre così?!?

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