Andare e ho visto
Dopo una notte passata nella solita locanda ci troviamo al piano sotto per la colazione.
La maga Faira non esce dalla stanza, è spaventata. Scopriamo che è muta.
Proviamo a convincerla di seguirci ma non collabora.
Intanto in locanda entra Ruskor che a modo suo ci ringrazia per aver riportato in vita la moglie defunta sette anni prima. Gli chiediamo la cortesia di accogliere la maga Faira nella sua casa, accetta sentendosi in debito con noi.
Ci incamminiamo verso la sua casa dove veniamo invitati per un pranzo.
Ringraziamo e salutiamo (andare e ho visto).
Ci teletrasportiamo a Kaira e seguendo le indicazioni date da Ezry raggiungiamo con semplicità la casa in campagna dove attualmente risiedono Igarle, Ezry e il mercante con il suo maggiordomo.
Alborg e Avia si teletrasportano alla ormai ex montagna dell’odio per risvegliare il fabbro Keruz. Tornano dopo poco tempo con due nani (!): Keruz (vivo e vegeto) e un altro di nome Traorin (o una cosa simile).
Con Traorin mettiamo subito le cose in chiaro: Keruz DEVE forgiare la spada maledetta!
Traorin ci spiega che grazie alla magia degli gnomi ci scruta da tempo per trovare il corpo di Keruz. La sua missione è quella di scoprire la verità sulla maledizione dei nani inflitta da Iskar. Ci dice che non intralcerà affatto la nostra missione, ma che anzi ci aiuterà perché per lui l’unico modo per arrivare alla verità è quello di ricreare la spada.
Keruz è contrariato, assolutamente non rifarà lo stesso errore, non rigetterà il popolo nanico in disgrazia.
Nessuna nostra parola serve per convincerlo. Allora in maniera forzata lo obblighiamo a toccare la mano dell’oracolo Igarle, che intanto è sul letto in modalità muflone.
Keruz dopo aver toccato l’oracolo cambia idea: ci porterà alla forgia di Erementar per ricreare la spada maledetta.
Molto probabilmente l’oracolo gli avrà fatto vedere uno dei futuri possibili se la spada non venisse ricreata.