Le Lacrime di Xarma

Caos nella montagna dell’Odio®

Il giorno dopo il gruppo si riunisce sotto la stanza del dungeon, ma subito è necessaria la fuga a causa di rumori inquietanti provenienti dal piano di sopra.
Si ritorna alla stanza dei funghi, dove già hanno provato a dormire Racael e Avia.
Mentre Avia dorme ancora un po’ per poter essere in grado di usare un Teletrasporto, Alborg Batio e la fata vanno a vedere cosa è successo più su, trovando tutto il corridoio che conduce al dungeon imbrattato di melma oleosa.
Il gruppo si teletrasporta di nuovo in locanda, o almeno ci prova: infatti fata Racael e Alborg finiscono per errore a Kriss, in una taverna piena di avventori ubriachi e chiassosi.
Il tentativo di passare inosservati fallisce, e poco dopo fallisce anche quello di bersi una birra in pace. Alcuni avventori infastidiscono la fatina (in forma umana), un commento un po’ pepato di Racael fa scoppiare una megarissa durante la quale la fatina uccide con un getto di vapore 4 o 5 persone.
I 3, non troppo soddisfatti, si teletrasportano alla locanda giusta prima che la situazione degeneri ancora di più.
Ancora una notte di riposo, e il gruppo al completo è pronto per tornare alla montagna, questa volta per passare dalla porta principale. Il trucco per entrare è sempre quello, e una volta dentro puntano decisi verso la stanza centrale, protetti ancora una volta dalla magia di Chivas.
La porta si apre, rivelando il cuore della montagna, un enorme caverna che si estende per centinaia di metri in altezza e larghezza.
Nel centro si trova un conglomerato di melma odiosa, che lascia affiorare a tratti lo scheletro di una creatura mostruosa, sicuramente il demone.
Dinanzi al demone vi è una presenza, a prima vista sembra un paladino in armatura.
Quando Racael gli si avvicina, questa si gira rivelando un volto mummificato e un ammasso d’odio che assume i lineamenti di un volto demoniaco.
Battle map.
La protezione dall’odio è efficace anche contro gli attacchi del paladino-mummia-semidemone, che però ogni volta che viene colpito trae nuovo vigore e non va al tappeto.
Risolve tutto orso Racael travolgendo la mummia con un placcaggio stile football americano.
La situazione però si complica a causa dell’arrivo del mostro misterioso causa dei rumori e della scia di melma del giorno precedente.
Si tratta di una specie di blob melmoso e informe, che carica deciso il gruppo. In realtà passa sopra a Batio e Alborg, protetti comunque dall’odio e dal contatto diretto con la “cosa”, e si getta nel grumo d’odio generato dallo scheletro.
A questo punto inizia a mutare.

cit. Master sulla situazione finale:

“Batio ed Alborg sono stati travolti dalla massa di melma nera, che si è gettata sui resti del demone maggiore. Il druido Racael, in forma di possente orso, sta dilaniando il cadavere del paladino di Arin, da cui si propagano filamenti neri simili a ratti che abbandonino una nave in procinto di affondare. Accanto a lui svolazza la fata, con l’aria leggermente disgustata. Il mago Silas valuta attentamente la situazione, impugnando dinanzi a sé il bastone con la testa di lince. Avia cerca disperatamente di raggiungere i propri compagni.

Dal corpo del demone maggiore, ricoperto di odio puro allo stato liquido, si propaga subito una rete di tentacoli che si congiunge alla melma nera generata dai druegar. La melma, dapprima liquida e informe, si ingrossa, si raccoglie in un corpo ovoidale e comincia ad assumere un profilo minaccioso. Dai fianchi spuntano sei tentacoli neri, solidi e lucidi, simili a zampe di un insetto. Sul dorso emergono frammenti di legno e di coccio, cadaveri di nani, armature di metallo e altri oggetti ancora, che formano una sorta di guscio irregolare e bitorzoluto a ricoprire l’aberrazione.

Due tentacoli neri si allungano sul davanti (o sul retro?) dell’essere: dalla cima di ciascuno di essi emergono due nani oscuri, per un totale di quattro creature miserabili e deformi. Solo il torso dei nani spunta dai tentacoli; ogni coppia è fusa insieme all’altezza del bacino, e ognuno impugna un’ascia a due mani. Si contorcono e si muovono come se insieme costituissero una chela deforme; i loro occhi sono esplosi e dalle bocche e dalle orbite vuote scorre costantemente un eccesso di melma nera.

Sul fronte dell’aberrazione, nel mezzo dei due tentacoli-chele, compaiono tre piccole aperture ricoperte da altrettanti sifoni di melma nera che si aprono e si chiudono contraendosi in maniera oscena.
Dal retro, invece, si prolunga una coda di melma, sulla cui cima viene espulso un grosso riccio nero irto di aculei.

La trasformazione si completa nel giro di pochi secondi, poi l’essere si alza sulle due zampe posteriori (quelle parzialmente immerse nel cadavere del demone maggiore), rivelando lungo tutto il torace un’apertura verticale costellata di denti e aculei di melma solida. Poi l’essere comincia ad avanzare, ancora attaccato da una fitta ragnatela di tentacoli neri al demone maggiore, fonte di odio…”

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