Le Lacrime di Xarma

Il Golem Draconico di pietra

Batio continua a premere le lettere per cercare di aprire la porta. La protezione dal freddo per ora lo salva dai potenti getti di ghiaccio magico che la bocca di drago emette ad ogni suo errore.
Alla fine la tenacia di Batio ha la meglio: preme le seguenti lettere KAZBRAKEAN, il libro torna normale e la porta in marmo si apre.
Batio si porta dietro il libro.
Passiamo tutti oltre la soglia della porta. In terra continua la canalina. Dinanzi a noi vi è un corridoio come tutti gli altri, subito sulla destra e sulla sinistra ci sono due porte a singolo battente. Vado ad aprire quella a sinistra, percorro il corridoio e in fondo apro una porta a doppio battente. Oltre, la solita stanza detta “dei timoni”.
Intanto Alborg apre quella di destra, percorre un corridoio con canalina, apre una porta in fondo e si ritrova all’interno di una stanza circolare, al centro una coppa in marmo, su un lato la statua di drago che sostiene una palla di bronzo. In terra l’iscrizione arcana riporta la seguente scritta: INDARRAK KAOTUL.
Abbassa la palla.
Luixel esplora i restanti corridoi.
Ci dirigiamo tutti verso un corridoio inesplorato, solo ora è possibile entrarci in quanto tutti i muri di metallo (oro, argento e bronzo) sono stati abbassati.
In fondo al corridoio c’è un incrocio con una scala a chiocciola al centro che sale e scende.
La scala porta a un corridoio superiore ed ad uno inferiore.
Al superiore c’è un corridoio, ai lati i muri di metallo che vengono comandati dalle palle sorrette dai draghi nelle stanze dei rituali. Oltre tali muri il corridoio sembra terminare. In realtà, sia ad ovest che ad est, D’Arcy scopre delle porte occultate magicamente. Per ora non riusciamo ad aprirle.
Al piano inferiore c’è una situazione simile, solo che oltre i muri di metallo , anch’essi comandati dai meccanismi dei “draghi con le palle”, c’è sia ad est che ad ovest una porta di marmo a doppio battente. Oltre quella di ovest c’è una stanza triangolare con ai vertiti tre teste di drago che escono dalle pareti a tre metri di altezza. Hanno le fauci spalancate e sono rivolti verso il centro della stanza. Al centro c’è una colonnina che termina con quattro artigli a forma di croce di Sant’Andrea.
Oltre la porta a est invece c’è una grata di metallo, dietro c’è una parete in pietra grigia lavorata rozzamente. Al centro della parete c’è una splendida pietra, abbastanza grande, con due colorazioni: rossa tenue ed arancione al centro. Assomiglia ad un occhio. 
La grata ha una serratura. Exar corre indietro a lasciare il libro custodito da Batio e a prendere la chiave sorretta dalla statua inginocchiata ed incatenata.
Batio la inserisce all’interno della serratura, gira e il cancello si apre.
Io preferisco rimanere nel corridoio, e con me hanno la stessa idea D’Arcy, Alborg e Luixel e Falce.
Batio e Exar entrano. Alborg, temendo una qualche raggio da parte della pietra centrale chiude la porta del corridoio.
Sentono una voce eterea: “Qual’è il vostro nome?”
Exar risponde: “Exar di Kheld…”
La voce eterea: “Intrusi, profanatori, non avete il potere per contenere il drago primevo!”
La parete si anima, si trasforma in un umanoide con la testa di drago e le ali, i due si girano, provano ad aprire la porta dietro di loro ma è bloccata. Noi da fuori non udiamo nulla.
Batio prova ad afferrare la pietra, senza riuscirci.
Il coso, chiamiamolo Golem dragonico di pietra, comincia ad emettere dalla bocca potenti e cadenzati soffi di energia, di tutte le energie conosciute: fuoco, ghiaccio, acido ed elettricità.
Exar risponde con i suoi potenti pugni, ma alla fine viene polverizzato da un soffio di elettricità.
Batio resiste grazie alle protezioni magiche, ma anch’esso alla fine sviene, ma non muore.
Da fuori aspettiamo molto tempo. Proviamo ad aprire la porta senza successo. Decidiamo di aspettare la mezzanotte, in teoria la porta dovrebbe aprirsi.
Si fanno i turni cercando di riposare un po’. A mezzanotte i misteriosi meccanismi scattano. La porta si apre rivelando il corpo carbonizzato di Exar e quello di Batio ancora in vita. Capisco subito che oramai per Exar non c’è più nulla da fare. Provo a salvare Batio, ed invocando la forza della natura lo curo: Batio vine strappato dalla braccia di Ilun per la seconda volta.
Provo a prendere il corpo di Exar, merita una degna sepoltura, ma si sgretola tra le mie mani.
Intanto la parete è tornata nella posizione iniziale.
Torniamo nella stanza dei timoni,curo i più feriti e distribuisco le bacche curative, esco da questo micidiale sotterraneo.
Ritrovo il mio fidato lupo.
Sono stanco.

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