Le Lacrime di Xarma

Lo scheletro di Drago

Continuo a ripetermi “D’arcy fai la brava, sii paziente. Pondera le tue azioni”, e immancabilmente continuo a non seguire i miei consigli. Ma c’è qualcosa dentro di me che vuole sbrigarsi ad uscire, e frettolosamente continua a spingermi (e a spingere i miei amici) nelle fauci dei guai.

Dov’eravamo rimasti? Ah, si.

Ci trovavamo nella stanza col rituale piu’ grande di tutti. Ancora nessuno se l’è sentita di leggere le parole arcane ed evocare quel qualsiasi mostro che risponde alla parola “MAEGOR”. La leggiamo e la rileggiamo nella nostra mente, e piu’ la guardo piu’ mi mette i brividi.

Decidiamo di lasciarci il dilemma alle spalle. Luixel apre la porta ancora chiusa, e si inoltra di pochi passi nel nuovo corridoio dalle mattonelle di marmo rosa. Io ed Exar lo seguiamo, incuriositi dalla strana decorazione nera che si staglia su una delle due pareti. Dalla nostra posizione possiamo solo vedere che si tratta di una striscia nera, ondulata, che prosegue in avanti. Non ne vediamo distintamente la testa, ma la prima cosa che balza istantaneamente in mente a tutti e tre è che il disegno ci ricorda parecchio quel drago sbiscioloso che abbiamo trovato fra i disegni del progettista di questo posto, passatici dal vecchiardo Fildis.

Alla fine del corridoio c’è una porta ad un solo battente, decorata con la solita testa di drago, questa volta tutta bianca.

Avvicinandoci alla striscia nera, procedendo cautamente in avanti di qualche piccolo passo, notiamo che il marmo nero sembra… scorrere. Scorrere in avanti seguendo precisamente i nostri movimenti. Il muro rimane intatto, solo il marmo della decorazione sembra scorrere.

Luixel ed Exar spiegano al resto della compagnia quello che abbiamo notato, mentre ecco, arriva la mia ideona. Volevo capire se in qualche modo questo scorrere potesse essere un qualcosa a cui aggrapparsi per evitare qualche trappola. Insomma, ero convinta che dovessimo toccarlo, in qualche modo…. ma ovviamente non ho avuto il coraggio di farlo. Così ho prendo il penultimo funghetto della mia scorta, lo mastico un po’ affinché diventi bello appiccicoso, lo lancio sulla striscia nera e scatto volando in avanti.

Gli altri non hanno molto tempo per capire quello che è successo. Io che sto in prima fila invece vedo piuttosto chiaramente la striscia nera scorrere tutta in avanti, molto piu’ veloce di me, come una molla appena scattata. La vedo scomparire alla fine del corridoio, dopodiché la testa di drago bianco sulla porta di fronte a noi spalanca le fauci e in pochi istanti

BOOOOOOOOOOOOM

E’ stato come se il drago nero che decorava la parete fosse uscito in forma incorporea dalla bocca di quello bianco. Poi ha come vibrato per alcuni secondi, ha aperto anch’esso le fauci ed urlato ed emesso un’energia così potente che se non ci fossimo buttati a terra e tenuti con tutte le nostre forze ci avrebbe sbattuti dall’altra parte della stanza rotonda alle nostre spalle.

Il rumore mi assorda, vedo Exar correre in avanti piroettando. Riesce a passare sotto la testa del drago, che lo ignora e torna a vibrare.

Ancora pochi secondi ed il secondo Boom. Le orecchie mi sanguinano dal dolore, ma mi preparo ad avanzare, raggiungendo il monaco e l’elfo che, passato poco prima di me, sta attaccando con la sua spada il corpo incorporeo del drago.

Con un fendente gli taglia di netto la testa, che in poco si dilegua assieme a tutto il resto della bestia.

Il povero Alborg si rialza sbandando come un ubriaco. Non riesce a credere a quanto successo: anche lui stava correndo in avanti ma è inciampato proprio davanti alla faccia del drago, poco prima che stesse per sparare la terza delle sue bombe sonore.

Come niente fosse, appena scampati ad un’altro fatale trabocchetto, ci mettiamo ad indagare sull’ennesima porta che ci blocca il passaggio, mentre dalle retrovie (insomma, quelli che hanno rinculato nella stanza dell’evocazione per ripararsi dal drago nero) ci avvertono che la trappola ha fatto chiudere la porta che dava sulla stanza dei timoni e che il rumore aveva scosso un po’ le spore, che stanno avanzando dal corridoio pian piano dentro la stanza dell’evocazione.

Non ce ne facciamo un cruccio, tutti presi dall’enigma della porta. 

Ricapitolando, questa porta è simile a quella del drago nero che ha sputato il fiotto d’acido sul redivivo Batio: un solo battente, grande testona di drago con le fauci aperte, da cui sotto spuntato due zampe protese che sembrano aspettare di reggere qualcosa. Niente lastra con le lettere questa volta.

E’ da quando ho visto il drago bianco che ad intervalli regolari sbraito che probabilmente ci soffierà addosso un fiotto gelido. Infatti decido di farmi una bella protezione magica, ed in seguito alle fastidiose richieste, ne faccio una anche a Batio. Alborg provvede da sé.

Le zampe protese, dicevo, sembrano aspettare qualcosa. Suggerisco ad Alborg di provare con la sua magica spada gelata.

Getto di ghiaccio su tutti noi. Exar, l’unico senza protezioni fra quelli colpiti, sembra non accusare troppo il danno. Uomo d’acciaio.

Io e Luixel siamo convinti che l’oggetto da usare debba essere uno di quelli che abbiamo visto nella stanza delle statue. Torniamo dunque li, prendiamo lo scettro e lo piazziamo nelle grandi mani del drago bianco, che ci ringrazia con un’altra bella soffiata gelida.

Lo scettro non va bene, ci diciamo, ok, proviamo con la chiave. Tutto inutile.

Da qui un momento di smarrimento ci coglie per un po’.

Il gruppo decide allora di tornare daccapo alla stanza delle statue, che ormai è il nostro punto di bivacco, per riposarci e riflettere sul da farsi. Ma un tarlo continua a scavare nella mia testolina.


Ne parlo con Luixel, che mi sembra il piu’ pazzo fra i pazzoidi della mia compagnia. Gli dico che secondo me dovremmo scendere di nuovo le scale a chiocciola e capire cosa c’è dietro quell’enorme portone che ci fa rabbrividire. Mi risponde che ho ragione, sisi.

Sono troppo stanca per farmi tutta la strada a piedi, mi accomodo sulla testa dell’elfo e partiamo in avanscoperta, senza quasi nemmeno avvertire gli altri.

Tipo:”Ciao, vado un secondo a fare pipì“, solo che noi abbiamo fatto:” Ciao,facciamo una capatina laggiù nel sottosuolo, apriamo la porta, svegliamo il drago mostruoso e ci si vede dopo“.

Ah si ciao noi nel frattempo meditiamo un po’ e mangiamo bacche.

Mentre Luixel scende e scende sempre piu’ giù il nuovo piano prende forma nella mia mente. Gli spiego che sarà molto semplice, cerchiamo di aprire un piccolo spiraglio nella porta, dopo aver castato la magia che rende invisibili su entrambi.

Non sono molto convinta del fatto che il drago si possa illudere con una magia semplice come la mia, ma insomma, ero convinta quella porta fosse assolutamente da aprire. Così non coinvolgo l’elfo nei miei dubbi e lo assicuro che è un piano infallibile.

La sensazione che si prova davanti a quella porta è quasi insopportabile. Il calore toglie quasi il fiato. E l’energia che emana quella stanza… indescrivibilmente paurosa.

All’improvviso mi pare una buona idea quella di ricordare agli amici rimasti lassù che noi stiamo DAVVERO per aprire la porta. Uso l’anello magico donatoci da Igarle e contatto Exar. Exar, sono Iskar, mi senti? Guarda che noi stiamo per entrare nella stanza, se volete godervi lo spettacolo raggiungeteci.

Invisibilizzo  me e Luixel, dopodiché l’elfo prende a spingere poco poco la porta. Piano, giusto per aprirne uno spiraglio.

Ma inaspettatamente i battenti continuano a scorrere ed aprirsi, ed in una manciata di attimi ci troviamo davanti una porta spalancata che da su una stanza enorme. Calda, ben illuminata.

Al centro della quale c’è un’immenso scheletro di drago acciambellato.

A quanto ricordo esistevano anche draghi fatti di ossa. Cattivelli.

Scappiamo a perdifiato su per le scale a chiocciola, sulle quali ci imbattiamo in Batio ed Exar che ovviamente stavano scendendo per godersi lo spettacolo.

Farfugliamo qualcosa come drago morte aiuto arf e spingiamo di corsa anche gli altri su per le scale. Una volta riunito il gruppo, e ripreso il fiato, raccontiamo entusiasti e terrorizzati della nostra scoperta. Il fatto che il drago fosse di ossa (non ho menzionato la questione dei draghi lich per non spaventare troppo i ragazzi) e che sembrasse morto sembra per gli altri una cosa positiva. Si decide in una spedizione di massa per controllare la stanza.

Io personalmente non ne sono molto convinta, e mi tengo ben indietro nell’ordine di marcia. I primi sono Alborg e Batio. Quest’ultimo, molto coraggiosamente, si invisibilizza ed entra silenzioso nella stanza. Cammina un po’ in giro. Io non vedo la scena perché sono ancora ultima sulla scala a chiocciola, ma dopo un po’ mi giunge la notizia che il drago di ossa non si è proprio mosso, e che al centro della stanza sembra esserci qualcosa, una sorta di pilastro che non è fatto di ossa.

Penso di aver fatto correre troppi rischi ai miei compagni, ultimamente. Specie dopo la cosa del funghetto. Quindi decido di espiare, entrare nella stanza e dare un’occhiata dall’alto a questo strano pilastro. Rifiuto un’invisibilità perché mi sembra inutile contro una creatura intelligente come un drago. (Batio e Luixel mi guardano un po’ male…)

Sono convinta che non ne usciremo vivi, di qui dentro. Questo labirinto è davvero un incubo. Ma stringo i denti e cerco di farmi vedere positiva. Entrare nella stanza del drago di ossa è stata una delle prove piu’ dure della mia vita. Ho vissuto gran parte dei miei anni sotto la guerra, ma un sentimento di oppressione come quello è stato difficile da reprimere.

Faccio un giro veloce. La stanza è come l’ha descritta Batio: circolare, enorme. Il drago è un mastodontico ammasso di ossa. Tante ossa pero’ tutte belle ordinate a forma di drago. E questo a me non piace. Si vedono ancora ben definite le ali. Il lato positivo è che davvero sembra inanimato. 

Al centro del tetto noto un buco circolare, non troppo grande. Precisamente al di sotto un pilastro di pietra sul quale sono stati scolpiti due zampe di drago con gli artigli divaricati a formare una coppa, che è della perfetta dimensione del foro sul tetto sovrastante.

Esco, mi allontano, per un po’ non ne voglio piu’ parlare.

Torniamo nella stanza delle statue e mi addormento di botto.

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