Le Lacrime di Xarma

I Draghi con le Palle

Dopo aver attraversato il tornello d’argento il gruppo esplora il corridoio dietro di esso trovando una massiccia porta, anch’essa d’argento. In una stanza adiacente, oltre ad un circolo d’evocazione tracciato per terra e un catino di pietra, si trova una statua a foggia di dragone con una palla d’argento fra gli artigli, che si scopre in seguito essere una leva per aprire la precedente porta dello stesso materiale, rivelando un’altra porta d’oro. Alla fine del corridoio, viene svelata una nuova stanza circolare, molto più grande rispetto alle precedenti e con una nuova statua sempre a guisa di drago ma con una palla d’oro, con la medesima funzione della precedente, che dopo esser stata utilizzata per far scorrere la lastra dorata rivela un’ennesima lastra, questa volta di bronzo.
Quest’ultima stanza è più grande delle altre e per terra non vi è tracciato nessun circolo d’evocazione, al contrario, vi è una specie di filastrocca che ripete “acqua-pietra-acqua-pietra”, che letta ad alta voce, fa mutare improvvisamente il pavimento in acqua, trasformando la stanza in una sfera perfetta, con al centro il pilastro col catino. Sotto il filo dell’acqua però si scorge una formula arcana, molto simile a quella delle stanze precedenti, che percorre tutta la circonferenza della stanza.
Gli avventurieri però, memori della “chimera” evocata da Racael, si guardano bene dal recitare ad alta voce i due rituali e decidono di ritornare sui propri passi non potendo proseguire oltre le altre due porte presenti che sembrano essere bloccate. Il gruppo è indeciso sul da farsi, ma, grazie alla collaborazione fra Vidar e Racael, quest’ultimo riesce ad attraversare il corridoio infestato dai funghi e ad aprire la porta alla sua fine, rivelando un’altra stanza circolare con un circolo inciso nel pavimento al cui centro è posto un catino con testa di drago e collegata anch’essa alla cosiddetta “stanza dei timoni” tramite un corridoio.

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