Caro diario, le cose non stanno girando molto bene ultimamente, su questo mondo.
Le persone con cui sto viaggiando sono unite dalla speranza di cambiare il destino predetto tempo fa da una bambina rinomata come oracolo. La fine è vicina, ha detto. L’unico modo per evitare che ciò accada è ascoltare le parole dell’oracolo, carpire ogni minimo bisbiglio come gocce vitali che alimentano il flusso del nostro futuro.
Io non so ancora a cosa credere. Ho visto con i miei occhi la realizzazione di due profezie che Igarle (il suo nome significa “vedere“, infatti) ha faticosamente partorito, fra gli spasmi di angoscia che il suo dono le provoca.
La prima volta è successo poco dopo che siamo fuggiti dalla città di Kravvor. Con il fumo alle spalle correvamo via, Igarle in coma dopo averci predetto che per arrivare alla nostra meta avremmo dovuto imbatterci in un covo di minotauri. Mi sembrava assurdo che, scomparsa la magia, tutta la mia gente fosse morta ed i minotauri invece continuassero a vivere come niente fosse. Scettica quindi mi sono impuntata a seguire da vicino la bambina, non volevo mi scappasse una sola parola.
Continuava a borbottare parole senza senso. Il suo dolore è davvero travolgente. Se davvero il suo dono fosse quello che si dice, pensavo, vedere tutti i futuri possibili, vedere ogni possibile tragedia, in pochi giorni io stessa sarei impazzita. Lei pian piano si è consumata fino a diventare un esserino fragile ed inebetito… dev’essere stata una bambina molto forte.
Il primo giorno sono riuscita ad annotare solo un paio di frasi a cui non siamo stati ancora in grado di dare un senso:
“La stirpe maledetta è uscita dalle profondità della terra”
“L’aquila che non vola è stata la causa della propria fine”
Ovviamente per quanto riguarda la prima frase io sono convinta che si parli della stirpe degli elfi drow. I miei compagni sono divisi fra varie interpretazioni.
Il giorno seguente era il primo di Neguneri (Negu… sarà già sveglio?), all’improvviso Igarle si è irrigidita, ha spalancato gli occhi ed ha faticosamente profetizzato:
“Fermi! Quattro segugi ci stanno seguendo! Tre ci hanno ucciso… uno l’abbiamo fermato. Terra, acqua, fuoco, aria…” , e da li ci ha spiegato come avremmo raggiunto ognuno dei nostri nemici.
Devo dire che come gruppo non siamo molto organizzati. Dopo un bel po’ di tempo perso per decidere la direzione da prendere (e quindi l’elemento da combattere), nonostante avessimo scelto di combattere il ghiaccio muovendoci verso Sud, l’elementale del fuoco ci ha velocemente raggiunti, cogliendoci alla sprovvista.
Per fortuna il demone porta ancora con sé Izotez, la spada di ghiaccio che ha trafugato nella torre di Negu. Senza indugio, ha protetto magicamente i nostri compagni dalle ferite roventi che il fuoco avrebbe provocato loro. Ezry ha portato la bambina al sicuro mentre io dall’alto ho potuto assistere alle prodezze di Alborg, che con pochi fendenti ha estinto l’elementale. La spada purtroppo si è un po’ rovinata, ma devo ammettere che è di una potenza straordinaria.
“Il peso della corona nera ha schiacciato tutte le menti più deboli”
Anche questa, non l’ho capita proprio.
Il giorno dopo ci siamo rimessi in marcia verso nord ovest. Continuavo a pensare quanto fosse stata repentina e precisa la visione di Igarle. Non poteva esistere ombra di dubbio. Cominciava a germogliare in me la speranza che tutti gli sforzi fatti fin ora non fossero inutili, che davvero esistesse questa torre, che davvero Igarle sarebbe stata salva, e che probabilmente in quel momento avrei anche capito cosa fosse successo alle creature fatate ed agli elfi, centinaia di anni fa. Intravedevo la luce, alla fine del nostro cammino.
Pian piano, verso la luce, iniziavano a sbisciolare attorno a noi centinaia di serpenti della magia. Solo io nel gruppo li avevo già visti. Mi era capitato qualche volta di trovarli in zone particolarmente cariche di potere magico. Scoprii che sono creature un po’ schifosette alla vista, ma totalmente innocue, che si nutrono proprio di quel potere che noi incanaliamo negli incantesimi o negli oggetti. Ho provato a spiegarlo agli umani, che per loro natura sono comunque rimasti sospettosi, ma per fortuna non hanno attaccato i serpenti.
Sembrava proprio che il flusso di magia fosse giusto diretto verso il punto che ci era stato indicato dalla profezia di Igarle. Nord-ovest. Le rovine della casa del mago.
Racael quindi si è trasformato in un falco ed ha sorvolato la zona; al suo ritorno ci ha confermato che poco piu’ avanti si trovavano una serie di rocce che probabilmente avrebbero potuto essere le macerie che stavamo cercando. Arrivati sul posto, sempre Racael trova un entrata nascosta diretta nel sottosuolo.
La profezia di Igarle prevedeva che solo lui potesse avere a che fare con i minotauri. Che con la sua empatia animale dovesse riuscire a sfidare il capo dei bestioni, che, sconfitto, ci avrebbe consegnato la pergamena del teletrasporto. E poi via verso la Torre dell’Oracolo. Ora, come ho sentito dire qualche volta, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare.
Racael, radunando tutto il suo coraggio, ha provato a scendere da solo nella tana dei minotauri. Tutti noi fuori, speranzosi, attendevamo la sua uscita trionfante.
La delusione è stata amara, nel vederlo uscire poco dopo con la coda fra le gambe. I minotauri non sono esattamente come i tori. La loro presenza, anche da molto distante, è inquietante. Il loro aspetto grottesco, i versi da loro emessi sono spaventosi. Da solo Racael non ce l’avrebbe fatta, ammette. Così Exar decide di scendere con lui.
Al loro ritorno la nostra delusione è moltiplicata. Ci hanno raccontato di essersi avvicinati molto. Che i minotauri li hanno lasciati entrare in una stanza circolare con quattro bracieri, e che un grosso e bianco esemplare si è piazzato in mezzo alla stanza con atteggiamento di sfida. E che loro le hanno provate tutte ma non c’è stato verso di argomentare. Noi abbiamo ribattuto che quello non era il momento di argomentare, ma probabilmente quello di combattere, ma immagino sia facile parlare quando non ci si trova realmente coinvolti.
Nel bel mezzo della nostra discussione un minotauro è uscito all’aperto per fare i suoi bisognini (perché ho dimenticato di puntualizzare che ci siamo accampati nelle latrine del loro rifugio). Io non ho resistito, mi sono avvicinata ad osservarlo da vicino, e lì ho capito perché Racael ci andasse così cauto. Impossibile pensare che un uomo contro una creatura così poderosa possa avere la meglio.
Mi si accusa di aver innervosito il minotauro. Ma io mi sono tenuta a debita distanza, non è colpa mia se sono così irruenti. Fatto sta che ci ha attaccati, noi difendendoci non siamo riusciti ad evitarne la morte. E così eccoci qui, di fronte agli ultimi passi verso l’adempimento della profezia, indecisi sul da farsi come al solito.
Non possiamo affrontare le creature con l’uso della magia, e per questo mi sento piuttosto inutile. Rimarrò qui accanto ad Igarle, ascoltando ed annotando le sue parole.
Dopo quello che ho visto non posso che crederle. Per questo dobbiamo trovare una soluzione per combattere il capo dei minotauri… accidenti, cosa possiamo fare?