La splendida giornata estiva passava lentamente per Allavandrel e Luixel che tentavano senza molto successo di distrarsi e far trascorrere il tempo. La proposta di Luixel di tornare a prendersi a pugni fino allo svenimento fu seccamente respinta da Allavandrel che ancora portava addosso i segni della loro scazottata di due giorni prima. Darcy e Racael erano nel frattempo intenti ad esplorare i boschi nei dintorni alla ricerca di piante, lei, e animali sconosciuti, lui.
Nel frattempo Samael, Algorg e Batio bazzicavano tra le bancarelle del mercato della cittadina di ….. riuscendo a trovare e comprare altre derrate di razioni da viaggio ed anche un armaiolo in possesso di uno Spadone a due mani che tosto fu acquistato dallo stesso Batio. Durante le trattative per l’acquisto l’attenzione dei tre umani fu attratta da un gruppo di altre tre persone un po’ particolari: si trattava di tre elfi, due maschi ed una femmina. I nostri eroi presero contatto con i tre forestieri intavolando con loro una discussione di un certo interesse che fu deciso di proseguire in locanda. Cola’ si apprese che gli elfi delle valli ancora in giro erano per lo piu’ fuggiaschi dato che nel territorio di Valle Centro essi venivano cacciati ed uccisi (probabilmente ad opera degli scagnozzi di Dubrie: i Cacciatori di Streghe), mentre nel territorio di Valle dei Re essi venivano catturati e resi schiavi (forse a seguito degli eventi che hanno coinvolto Reyalaia e Luixel). Putroppo i tre umani si lasciano sfuggire il fatto di essere reduci da un viaggio nelle Terre degli Elfi, devastate da un’orda di Orchi e Goblin, di aver conosciuto Ormìr e di essere in viaggio con alcuni elfi, il che induce i tre forestieri a chiedere di essere accompagnati da costoro in modo da poterli incontrare di persona. La richiesta viene accettata e si conviene di partire alla volta del bosco in tarda serata. Una cena di lavoro permette a Batio di vendere 50 delle sue foglie-cigno ad un mercante del luogo, al prezzo di 8 sp l’una.
Nel frattempo Allavandrel e Darcy, preoccupati del ritardo dei compagni umani, decidono di fare una puntata alla cittadina, esplorandola, in volo, dall’alto, cercando eventuali tracce macroscopiche che possano far pensare che sia successo qualcosa di grave. Non trovandone decidono di rientrare ed aspettare, mentre Racael, in quanto umano, viene mandato verso la cittadina in cerca di maggiori informazioni.
Dopocena i tre umani si incontrano con gli elfi e si incamminano giu’ per la collina incontrando pero’ Racael che nel frattempo era rimasto accampato nei pressi delle porte est della cittadina. Il duido viene messo al corrente di chi sono e cosa vogliono i tre elfi che li accompagnano e subito Racael si lascia sfuggire il nome di Allavandrel che, ovviamente, genera negli elfi uno spiccato interesse. Giunti al campo base nella foresta, i quattro umani ed i tre elfi al seguito lo trovano vuoto ma subito Luixel ed Allavandrel emergono dalle ombre impaurendo gli elfi che temevano di cadere in un’imboscata. Tutti si presentano, Allavandrel per ultimo, facendo ben capire di non avere piu’ un cognome e di non sentirsi piu’ unito alla razza a cui appartiene a causa dell’editto di esilio a cui e’ sottoposto. Questa rivelazione preoccupa i tre elfi che non erano al corrente di tali eventi, la loro preoccupazione diventa sgomento quando apprendono che le voci dello stermnio della razza elfica a causa di un’orda di Orchi e Goblin corrispondono al vero Allavandrel si dimostra conscio, molto piu’ di Luixel, del fatto che ogni elfo che anche solo parla con lui infrange una precisa usanza della sua razza e quindi tende a rimanere silenzioso lasciandosi sfuggire solo frasi brevi, secche e per lo piu’ lapidarie circa il futuro di quello che era il suo popolo. La discussione non si protrae a lungo e tosto i tre elfi fuggiaschi si congedano. Batio fa gentile omaggio a Luixel dello Spadone comprato in mattinata mentre viene comunicato a tutti che lo strano fabbro di cui si raccontano tante meraviglie, tal Ruskor Fumorosso, pare abiti da qualche tempo in una isolata casetta nei boschi, non troppo lontano.
La notte passa tranquilla e la radiosa mattinata vede i nostri baldi avventurieri incamminarsi lungo i sentieri nel bosco che conducono verso nord-ovest, ovvero alla volta del famoso fabbro. Giunti alla casa isolata senza troppi patimenti, il gruppo arriva giusto in tempo per essere testimone, assieme ad un nutrito capannello di villici e contadini del luogo, di uno scontro abbastanza violento tra l’enorme fabbro rosso di capelli ed un paio di armigeri della valle, scontro che finisce male per questi ultimi che vengono costretti alla ritirata. A seguito dello scontro fisico, il fabbro, in preda all’ira, si dichiara chiuso scomparendo alla vista di tutti, ma non prima che Batio decreti che la sua gigantesca persona non e’ dotata di alcun dono percepibile. Vista la situazione gli indigeni decidono di lasciare la zona abbandonando i propri attrezzi nelle vicianze della porta della casetta, forse nella speranza che il fabbro se ne occupi quando si sara’ calmato. I nostri eroi, invece, poco abituati ad arretrare anche di fronte al pericolo costituito da un enorme fabbro arrabbiato, decidono di rimanere. Samael ed Allavandrel usano i loro “Aurchize Xarmagarrien” per esplorare la zona e ne ricavano un eccesso di aure magiche legati agli oggetti della casa: forgia, camino, attrezzi, mattoni, porta, chiavistello, cardini, ecc. risultano tutti incantati senza che pero’ se ne possano trarre maggiori informazioni sul loro reale potere. Forte di tutto cio’ Samael decide di bussare alla porta del caseggiato cercando di comunicare con il fabbro al suo interno, cosa che scatena l’ira dell’uomo che, uscito, prima scaccia i nostri eroi con le parole e poi, non ottenendo risultati apprezzabili, arriva a colpire Samael con il suo martello da fabbro. La collutazione fa in modo che la piccola fatina Darcy renda palese la sua presenza, cosa che rende il fabbro ancora piu’ sospettoso e spaventato. Con notevole tenacia Samael sopporta le ingiurie e le percosse del fabbro, non disdegnando di ricorrere ai suoi poteri di guarigione ed alla benedizione della fiamma, cercando di avvertire l’uomo che egli e’ in probabile grosso pericolo in quanto esistono nelle Valli alcuni uomini malvagi che non si fermerebbero di fronte a nulla pur di impossessarsi del suo preziosissimo dono. L’artigiano non sembra credere al’uomo delle isole, il quale, pur insistendo, non ottiene altro che quello di far rientrare il fabbro nella sua casa sebbene la rossa testa di una ragazzina faccia brevemente capolino sulla porta prima che questa si chiuda nuovamente. Batio conferma pero’ che la ragazzina e’ dotata del dono e quindi e’ la probabile responsabile delle meraviglie che il popolo ascrive al fabbro stesso. Dato che oramai e’ ora di pranzo il gruppo dedice di “assediare” la casetta disponendosi a pasteggiare proprio nel prato di fronte. Dopo un certo tempo, mentre i nostri erano ancora alle prese con il pasto, dalla casetta emergono improvvisamente il gigantesco fabbro e la sua piccola figlia, rossa di capelli anch’essa. Essi si avvicinano e si capisce subito che e’ la figlia del fabbro ad essere interessata agli oggetti magici o comunque particolari che i nostri eroi portano addosso, mentre il padre a stento trattiene un’ira esplosiva. La piccola artigiana risulta anch’essa dotata di numerosi oggetti incantati, cosi’ come il padre. Con un breve scambio di battute i nostri avventurieri cercano di spiegare ai due che coloro che hanno di fronte possono essere loro amici in quanto dotati, a vario titolo, di doni o capacita’ simili a quelle che possiede anche la ragazzina. La questione non sembra interessare piu’ di tanto la piccola che invece chiede di poter vedere una delle foglie-cigno di Luixel, che gliene fa dono, la spada del gelo di Allavadrel e molti altri oggetti in possesso del gruppo. Infine la ragazzina dice che se gli avventurieri le lasceranno tutti gli oggetti che portano e che pensano possano essere interessanti per lei, ella sara’ ben felice di “farli diventare cio’ che possono diventare”. Intravvedendo la possibilita’ di ottenere oggetti incantati con poco sforzo il gruppo si spoglia, chi piu’ chi meno, delle sue proprieta’ per lasciarle in custodia alla piccola artigiana.