Le Lacrime di Xarma

Ghiaccio, fuoco e una cassa piena di meraviglie (Weekend nerd 2025 – 4)

La stanza ha soffitti altissimi, senza alcuna decorazione o mobilio. Vediamo solo un rituale inciso sul pavimento, due cornici di una porta con solida pietra, simili a quella della prima sala ai due lati del rituale. Sul terzo lato, una cornice d’oro con uno specchio di dimensioni comunque imponenti. Sul rituale arcano, INDARRAK SUREN HASIMASIAK, che deduciamo essere Evoca elementale del fuoco. Attraverso gli occhi del gufo, Deckard osserva nello specchio notando che la porta riflessa nello specchio diventa una porta normale con una maniglia. La cornice è sottile e fatta d’oro, con delle zampe di leone a tenerne gli angoli. Facendo il giro, Oremov si posiziona alle porte di pietra guardando nello specchio: la prima conferma sembra essere una porta normale nel suo riflesso e l’altra no. Minerva riesce a sganciare lo specchio dalla sua sede aprendo le zampe di leone. Portiamo lo specchio un po’ in giro per la stanza e vediamo che solo una delle porte cambia nello specchio. Inquadriamo il rituale nello specchio però non riusciamo a capire se questo cambi in alcun modo. Oremov però riesce a individuare un gruppo di lettere diverse che indica a Weiss: INDARRAK IZOTEK HASIMASIAK, passando da fuoco a ghiaccio. Prendiamo lo specchio e proviamo a inserirlo nel rituale per riflettere nelle due metà IZOTEZ e SUREN, mentre Minerva e Oremov provano e muovere lo specchio facendo diverse prove ma nulla sembra avere effetto. Posizioniamo lo specchio al suo posto. Deckard entra nel rituale e pronuncia quello dello specchio, evocando una creatura di ghiaccio nello specchio. Successivamente usa il rituale della stanza, evocando anche un elementale di fuoco. Deckard si lancia istantaneamente di lato, mentre l’elementale di fuoco si prepara ad attaccarlo. Xyr crea una illusione di un elementale del ghiaccio di fronte a quello di fuoco. Omerov lo colpisce con un raggio di gelo e Weiss con un orb di ghiaccio, mentre Minerva si posiziona accanto a Deckard. L’elementale attacca Deckard con uno schianto fortissimo, che però riesce a restare in piedi. Deckard usa ORETAKU, e mentre Minerva colpisce l’elementale si rende conto di come l’altro elementale sembri girarsi a guardare nella direzione speculare di del guerriero. Martok e Minerva iniziano a staccare lo specchio, mentre Oremov continua a colpirlo con i suoi raggi di gelo. L’elementale continua ad attaccare Deckard col braccio non colpito dal ladro, riesce a reggere il colpo per correre verso il centro del rituale preparandosi di nuovo a invocare l’equilibrio quando i due elementali fossero in vista l’uno dell’altra. Deckard riesce finalmente a farli allineare nello specchio, grazie anche a Martok e Minerva che stanno orientando lo specchio in modo da facilitare la cosa. Con l’ultimo ORETAKU, i due elementali sono finalmente allineati. Weiss nota che qualcosa c’è nel petto dell’elementale del fuoco, ma non in quello del ghiaccio. Deckard con un ultimo orb di ghiaccio, il golem esplode lasciando cadere un pezzo di metallo a terra incandescente. Una volta freddo, si rivela essere un medaglione identico a quello che aveva aperto la cupola. Adesso che la battaglia è terminata, Deckard si rende conto che l’elementale di ghiaccio lo guarda ad ogni parola che pronuncia, e non solo a quella arcana. Gli dà quindi ordini fino a che arrivi alla porta per aprirla nello specchio, che fa quindi aprire anche la nostra porta. Passata quella porta, c’è una sala con un’ altra cupola al suo centro. Oremov fa il giro della cupola piccola, trovando una porta alla sua destra, sul lato della cupola grande. Intanto Minerva si arrampica sulla cupola piccola, dove c’è lo stesso buco per il medaglione. Oremov apre la porta e vede una stanza della forma delle precedenti, con sulla destra una porta di quelle che si aprono, a sinistra una porta chiusa e di fronte una statua con la forma di una faccia tonda molto stilizzata. Prima di esplorare l’altra stanza, proviamo a inserire il medaglione nella cupola più piccola. Sentiamo il familare rumore di pietra che scivola, e troviamo ben due aperture sulla cupola interna, in punti diametralmente opposti. Nella prima stanza, di dimensioni più piccola delle precedenti, troviamo un piccolo rialzo di marmo che sembra un altare, con a destra una porta murata ed a sinistra una che si può aprire. L’altra stanza interna invece ha su entrambe le pareti una porta chiusa, e la stessa cornice con le zampe di leone. Mentre Minerva Weiss e Deckard vanno a riprendere lo specchio, Oremov cerca eventuali trappole nella sala senza trovare alcunché. Una volta agganciato, però, niente sembra cambiare. Nella stanza con l’altare, la porta a sinistra ha le maniglie ma anche per la prima volta troviamo una serratura. Il blocco di pietra ha una placca di metallo con inciso il calco di una chiave. Ai lati del blocco, due rientranze. Appena Deckard prova a toccare le due maniglie però, queste si serrano bloccandogli le mani ed una bocca irta di denti inizia a morderlo cercando di mangiarlo. Il mimic inizia a trasformarsi sempre più in un gigantesco insettoide di pietra. Tutti iniziano a colpire il mimic, mentre Deckard riesce a evitare che il mimic lo inghiottisca grazie ad un provvidenziale incantesimo di sfocatura. Martok continua a martellare il mimic, facendo schizzare schegge della sua corazza rocciosa, insieme a Minerva che lo colpisce con un guiding bolt. Con un incantesimo, Weiss teletrasporta Deckard lontano dalle fauci del mimic, che però si chiudono su Martok, mentre scalcia all’indietro colpendo Xyr. Martok riesce a evitare di essere afferrato ma per farlo perde il suo martello da guerra. L’aberrazione continua a crescere di dimensioni, assumendo dimensioni enormi e un aspetto sempre più grottesco fatto di denti e lingue guizzanti, e riesce ad afferrare Martok cercando di ingoiarlo. Il mezz’orco però va in ira ed ingaggia un limone furioso col mimic, mordendogli la lingua dall’interno. Tra i colpi di Minerva e Weiss, riusciamo a ferirlo gravemente mandandolo in berserk. Nella frenesia, cerca di masticare Martok ma si morde la lingua da solo e ferisce Minerva con un calcio. Xyr con una onda tonante investe in pieno il mimic, sbilanciandolo e facendolo cadere e spaccare a metà nell’urto contro la parete. Martok si ritrova a terra, avvolto da una lingua molliccia ormai senza forza. Raccogliamo sei dei suoi denti, puliti e profumati da Xyr. Dalla carcassa putrefatta del mimic, resta integro solo il piccolo blocco di marmo con la placchetta metallica.   

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