Non ci sono più i baccanali di una volta.
Aspettiamo riposandoci la sera. Per come ci ha detto lo straniero, dovrebbe rialzarsi la marea e permetterci di attraversare a nuoto. Martok si prepara alla traversata mutando il suo corpo con le fattezze di un dugongo.
Quando sale la marea però cambiamo piano: Xyr trasforma Martok in un aquila gigante, sempre con le fattezze da dugongo, che ci trasporta dalla scogliera su cui ci troviamo fino alla spiaggia dell’isola. Atterrare vicino alle rovine era troppo pericoloso per cui abbiamo optato per la soluzione più sicura.

Ci incamminiamo nella folta foresta in direzione delle rovine, cautamente. Nel fitto del bosco percepisco un’ inquietante aura malefica. Non riesco a definirlo ma ne sento la malvagità. Martok intravede una fiammella sfarfallante in lontananza, prova a seguirlo senza aspettare che io ne analizzi gli intenti.
La creatura sembra un bulbo oculare volante, fiammeggiante. Ostile. Si avvicina per attaccare ma l’orco la stecchisce istantaneamente.
Non facciamo in tempo a cantar vittoria che vediamo un’altra serie di creature che si avvicinano sulla sinistra.
Xyr anima delle pallette di vetro, scagliandole qua e là eliminando gli occhi di fuoco con facilità. Proseguiamo velocemente finché la foresta arriva a ridosso di un muro di mattoni, ricoperti di muschio, erba e rampicanti. Alle nostre spalle i bulbistrelli ci hanno raggiunti. Quelli che riescono a colpirci, ci esplodono addosso stile kamikaze.
Salgo sulle spalle di Martok per vedere il muro dall’alto: il muro mi sembra appartenere ad una costruzione. Per evitare scontri con la prossima ondata di bulbistrelli decidiamo di procedere correndo seguendo le mura verso destra. Corriamo fino a che ci troviamo davanti alla facciata forse principale, che si interrompe dinnanzi a quello che sembra essere l’ingresso. La cornice della porta è scolpita a colonnine, con superfici bombate, che dovevano essere un tempo istoriate con rilievi che ora sono cancellati dal tempo.
Una piccola scalinata, completamente sgombra di vegetazione, conduce al portale anch’esso intonso.
Sentiamo arrivare le creature dietro di noi, così decido di prendere in mano la situazione ed entrare nell’edificio, seguita da Martok. Il gelo della struttura ci pervade dentro alle ossa quasi istantaneamente.
La prima cosa che vedo sono varie cose che pendono dal soffitto, che sembrano colonne… alcune sembrano più corte di alte. Ad una seconda osservazione, sembrano striscioni che pendono dal tetto a distanza regolare, ma alcuni sono strappati, alcuni no.
Sul pavimento giacciono moltissimi cadaveri e le pareti della stanza sono ricoperti di macchie e crepe. Al termine della cortina di stendardi, c’è una grossa statua, la cui forma sembra quella di un uomo grasso seduto con le gambe incrociate, ma le mani che poggiano sulle ginocchia sembrano delle grosse zampe tozze. Sul petto nudo e grasso è scolpita una grossa collana, ma la testa della figura non c’è. Sembra che sia stata tagliata di netto.
Nel frattempo anche Xyr e Weiss ci raggiungono. Xyr casta un muro illusorio e le creature volanti restano fuori,