PT2:
Mentre saliamo le scale veniamo intercettati da due guardie, il combattimento è breve e convinciamo anche con l’inganno una delle due guardie a dirci dove tengono i nostri oggetti: nella sala dei sacerdoti.
Finiamo di salire le scale e ci troviamo in una stanza con due porte, una diretta verso la stanza delle guardie, che tentiamo di barricare (male) e una che da su un corridoio circolare adornato da varie statue ben dettagliate e tutte dotate di simboli sacri di Kernoleus.
Andiamo verso sinistra e troviamo due porte una di fronte all’altra. Martok, con estrema cautela, riesce a aprire la porta che di destra.
Riesce quindi a sbirciare nella stanza senza farsi notare, e vede quattro sacerdoti che stanno eseguendo un rituale al centro della stanza il cui oggetto sembra essere la tunica che Gaven aveva dato a Xyr come travestimento. Inoltre all’interno della stanza c’è anche un baule che contiene tutti i nostri oggetti magici (ma non gli altri).
Proviamo a risvegliare Ponzam nella speranza che abbia ancora qualche dente utile, ma è tempo sprecato.
Prepariamo il piano: Xyr lancerà silenzio intorno all’altare e subito dopo gli altri attaccheranno.
Tuttavia prima di attuare il piano sentiamo dei passi nel corridoio.
Xyr si avvicina nuovamente alla porta in silenzio per capire cosa sta succedendo con l’idea di fare semplicemente da ricognitore ma quando si sporge vede 12 guardie e che il rituale è in uno stato molto avanzato decide quindi di lanciare Silenzio immediatamente.
Subito delle onde di energia sbattono contro il muro tutti i presenti, Xyr compreso che perde i sensi facendo così terminare il Silenzio.
Intervengono subito gli altri membri del Cerbero Martok si lancia prontamente nella stanza per recuperare il maglio e il medaglione per rientrare a Chrin.
Minerva e Shivan sono invece più indecisi e mentre perdono tempo a decidere cosa recuperare alcune delle guardie si riprendono.
Ne segue un combattimento in cui Minerva scopre l’abilità del pugnale drow, iniettare un uova di ragno nelle persone ferite, queste fanno subito cadere nel panico chi viene colpito e una volte schiuse, i ragni uccidono le vittime.
Shivan nel frattempo viene quasi ucciso, ma riesce a sopravvivere. Recuperiamo quindi tutti gli altri oggetti magici ma una sola pozione subito utilizzata per curare Xyr
PT3:
Proviamo a svegliare Ponzam per capire come uscire. Per farlo è necessaria una magia di Xyr, ma alla fine il vecchio ci dice come uscire.
Andiamo dalla porta opposta alla sala dei sacerdoti e dato che sentiamo altri rumori di passi entriamo. Dentro c’è un pozzo con acqua nera fino al bordo che Ponzam ci dice di non toccare e una porta con sopra due drappi con scheletri in posizioni simmetriche che. Per sicurezza Xyr usa il dente da scasso per chiudere la porta a chiave.
Ponzam nel frattempo tastando il muro trova la porta nascosta e, nonostante il suo parere contrario entriamo tutti nel passaggio che egli stesso ha fatto costruire.
Il corridoio è angusto e buio, ci sono anche delle trappole ma lo scopriamo grazie ai problemi mentali di Ponzam. Seguendo Ponzam, scendiamo delle scale, attraversiamo un corridoio attorniati da file di teschi umani e finalmente siamo fuori dallo Ziggurath… ma come Ponzam ci aveva accennato non è quello di Porto Baracca.
Per evitare di venire nuovamente individuati mentre torniamo verso la palude dove usare il medaglione andiamo verso ovest, in una zona tremendamente inospitale.
Per giorni non dormiamo e mangiamo solo funghi, riusciamo a malapena a distillare dell’acqua potabile grazie alle conoscenze alchemiche di Ponzam.
Finalmente giungiamo in posti meno paludosi e riusciamo a riposare, arrivando in vista del promontorio.
Il percorso che passa dal promontorio ci fa allungare di un giorno, ma è comunque meglio di fare altre tre giornate di marcia nella palude.
Proviamo a controllare la casa in cui avevamo dormito all’andata ma scopriamo che è presidiata da non morti.
Visto che Ponzam sembra essere allo stremo delle forze nonostante l’assistenza psicologica di Xyr, Minerva evoca un cavallo celestiale per trasportarlo.