Martok recupera una catenina con un anello dal collo dello stregone non-morto e la utilizza per sposare Xyr. Dopo questo evento, decidiamo di prendere un momento di riposo.

Durante il turno di guardia di Xyr, quest’ultimo nota una luce verdastra in lontananza, nella direzione verso la quale dovremmo procedere. La luce sembra simile a quella che abbiamo visto in città. Xyr informa Deckard della sua scoperta quando questi si alza per prendere il suo turno di guardia, ma la luce scompare poco dopo.

Il resto della notte trascorre tranquilla. Non vediamo ulteriori segnali di fumo, e quello che avevamo visto in precedenza sembra provenire dalla direzione opposta rispetto alla nostra destinazione. Tuttavia, Xyr ci informa la mattina successiva che la luce verdastra si è spostata nella direzione verso cui ci stiamo dirigendo.

Ci mettiamo in cammino in direzione del fumo e Deckard manda il suo gufo in volo per una ricognizione aerea. Attraverso le terre basse, verso il mare, il gufo vede un gruppo di creature umanoidi vestiti con tuniche bianche e cappucci, che trasportano un palanchino con una piccola cassa di marmo sulla sommità. La cassa è decorata con intarsi fini e il fumo si sta alzando dalle fessure ai lati del sarcofago di marmo, formando una colonna visibile da lontano. Le figure che precedono il sarcofago stanno svolgendo un rituale, ruotando incensieri legati a catenelle.

Chiediamo a Menos se sa qualcosa di ciò che sta accadendo, ma non ha idea. Decidiamo quindi di tenerci alla larga e di tornare verso il punto d’incontro segnalato, temendo di essere in procinto di cadere in un’imboscata.

Dopo una giornata di viaggio, ci fermiamo per cenare e riposare un po’. La sera inizia a cadere della cenere grigiastra, sempre più densa, tanto da renderci impossibile mangiare. La tempesta di cenere si intensifica sempre di più e Menos ci avverte che se non troviamo un rifugio al più presto, potremmo morire soffocati.

Con la mia grande esperienza nel campo, riusciamo a costruire una tenda con le stoffe del mercante e a ripararci in tempo. Menos ci informa che durante le tempeste di cenere, creature inquietanti, cadaveri gonfi e deformati, vagano e diffondono la pestilenza ovunque passano.

Non riusciamo a dormire, impegnati a tenere ferme le tende e a scuotere la cenere dalla cima. Nel cuore della notte, una figura gigantesca abbatte la tenda. Si tratta di un enorme cadavere con la pelle nera, tesa e livida, ricoperta di bolle purulente. La testa e le dita sono sproporzionatamente piccole rispetto al corpo. Quando cerca di colpire Martok, il braccio del mostro si squarcia e spruzza su tutti un liquido putrido.

Martok con una sola martellata distrugge il non morto, che esplode con una potenza tale da ferire violentemente tutti quelli che si trovano attorno. La tenda ormai devastata è inutile e ci troviamo sotto la tempesta di cenere.

Cerchiamo di costruire nuovamente il rifugio con i teli rimanenti (trovati con fatica sotto alla tormenta), e, spinti dalla disperazione riusciamo a creare uno spazio riparato per la minima sopravvivenza.