La notte in cui mia madre mi diede alla luce, in una giorno imprecisato di molti anni fa, nel cielo notturno imperversava una delle tempeste più violente mai viste.
I riflessi provocati dalle saette le illuminavano il viso contratto dal
dolore e una scheggia di quelle saette, come dice lo sciamano,
toccò il mio spirito un attimo prima che nascessi.
Mia madre morì di parto, io, invece, a quindici anni ero già il guerriero più forte di tutto il villaggio; i fendenti del mio magiia
erano proverbiali.
Qualche mese fa mio fratello K’Vort e mio padre K’vart, aiutati da un misterioso signore oscuro, uccisero tutte le persone del mio villaggio, e mi ferirono quasi a morte. Fui costretto a scappare, lasciando tutto in mano di quei farabutti in combutta con i Terrori.
Ora vago per le valli, seguendo la via che Iskar ha scelto per me, cercando di recuperare il suo favore e accrescendo la mia forza.
Un giomo tornerò, li ucciderò e mi riprenderò quello che è mio di diritto. Il mio maglio brama il sangue dei traditori.